Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      DI GENOVA 303
      tentare unitamente di rovesciare Tommaso. Troppo deboli per sè stessi, non stentarono a trovare un appoggio negli ambiziosi e turbolenti vicini della Repubblica. Oltre il marchese Del Carretto, e quello di Monferrato, la speranza principale dei fuorusciti era riposta in Filippo Maria Visconti, al quale divenuto potentissimo, non pareva vero di avere questa occasione per insignorirsi di Genova (1418).
      Pertanto mentre il Carretto invadeva la riviera di Ponente, e il Monferrato le terre oltre i Giovi, una forte banda del duca di Milano con le genti dei fuorusciti, e con Teramo Adorno che avea già prese le insegne e il titolo di doge, scendeva in Polcevera contro Genova. Assalitala a più riprese non poterono i collegati recare in loro possesso altro che la torre di Faro che ebbero per tradimento, del resto i cittadini secondo che aveano sperato i fuorusciti non si mossero; e il Fregoso reso più solerte dal pericolo, disarmando i sospetti, e vigilando di conlinuo alla quiete interna , e alle difese contro i nemici di fuori, si mostrò in questi momenti degno della autorità che occupava.
      Lo secondavano alacremente i suoi fratelli Battista, Spineta, e Giovanni, i quali accorrendo con scelte bande nelle parti del territorio più minacciate dai nemici, formavano la principale e più fida difesa del doge. Ad onta di ciò essendo la Repubblica attaccata da tante parti, non poterono impedire che Ovada cadesse in mano di uno Spinola, il forte castello della Pietra sulla riviera di Ponente, in quelle del marchese del Carretto, e che le genti del duca si impadronissero di quasi tutte le terre situate oltre i Giovi.
      Per allontanare la guerra dalla Liguria non si limitava il Fregoso soltanto alle difese, e nell'istesso tempo che faceva devastare il Milanese dalla banda assoldata di Bartolommeo Arcelli, composta di mille fanti e di mille cavalli, e dalle genti di Pandolfo Malatesta signore di Bergamo e di Brescia, stimolava i Fiorentini a collegarsi co' Genovesi contro Filippo, dimostrando loro che questi non aspettava altro che la caduta di Genova per volgersi come avean fatto i predecessori di lui contro la Toscana.
      Ma la fortuna non era questa volta favorevole al Fregoso; perchè l'Arcelli e il Malatesta furon rotti, e i Fiorentini addormentati dalle lusinghe del duca, che si protestava loro amicissimo, non dettero orecchio alle proposizioni di Tommaso. Per il che stretto dalla necessità presente, dovè comprare l'alleanza dei Fiorentini, e riempire l'erario esausto con la cessione
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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