Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      320 STORIAdispiacere delle cessioni fatte poco avanti, ed il desiderio continuo di ingrandirsi alle spese dei suoi vicini; d'altra parte i fiorentini minacciati sempre direttamente o indirettamente dal duca insegavano i veneziani a rinnovare la lega (1434). Le cose volgevano manifestamente alla guerra; stavano da un lato Filippo con i genovesi i lucchesi ed i sanesi, dall'altro i fiorentini ed i veneziani. Era intenzione del duca di portare il teatro della guerra in Toscana, ma la speditezza dei veneziani glielo impedi. Entravano questi con un forte esercito guidato dal Carmagnola nella Ghiaradadda, mentre una loro fiotta composta di sessanta galere metà grosse, metà sottili, sotto gli ordini di Niccolò Trevisano capitano di gran nome, risaliva il Po. Filippo il quale avea inviata parte della cavalleria alla direzione di Toscana, fu obbligato a richiamarla, e mentre opponeva in terra ferma alla fama ed alle forze di Francesco Carmagnola, la fama e le genti di Francesco Sforza e di Niccolò Piccinino, faceva armare a Pavia cinquantacinque galere comandate da Giovanni Grimaldi genovese per contrastare ai veneziani sul Po.
      Gli eserciti di terra, come guidati da capi esperti ciascuno dei quali cercava un vantaggio sicuro prima di commettersi all' incertezza di una battaglia, stettero osservandosi senza far cosa d'importanza. Sul Po, le due armate, Y una condotta da un capitano genovese e montata da ciurme genovesi, l'altra portante il fiore dei marinari veneziani, venivano a scontrarsi presso Cremona quasi sotto gli occhi dei due eserciti di terra. Era la fiotta ducale molto inferiore in numero alla veneta, ma si compensava con i legni più piccoli, e però più adatti ad un combattimento ristretto nell'alveo d'un fiume. Il primo attacco riuscì sfavorevolè ai ducali; cinque dei loro galeoni vennero in mano dei nemici; il secondo giorno non vi fu vantaggio sensibile nè da fona parte nè dall'altra. Allora il Grimaldi da accorto generale, lasciò che le acque del fiume ingrossate dalle pioggie recenti scemassero, e quando il livello delle acque gli parve acconcio al suo proposito, siccome quello che stando a seconda poteva attaccare a suo talento, die' dentro vigorosamente nelle navi veneziane. Queste resisterono al primo attacco, ma quando fu necessario fare qualche evoluzione, impacciate nei bassi fondi, impotenti a riunirsi e ritirarsi, doverono combattere singolarmente e con svantaggio. Fu prima la capitana veneziana ad esser presa, le altre ad eccezione di cinque caddero ugualmente in mano dei du-
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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