Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
340 STORIAmentre tutti gli altri disperavano, non avea disperato. Avendo esperimentata la temperanza de' Rettori genovesi, chiedevano che la città mandasse loro annualmente un potestà. Risposero i magistrati, che rispetto al mandare un potestà volentieri r avrebbero fatto, ma bisognava prima consultare il parere di Filippo. Questi interpellato, invece di approvare, scrisse al governatore che gli mandasse i quattro ambasciatori di Gaeta sotto buona custodia, dicendo che avrebbe insegnato loro, non ai magistrati di Genova, ma al signore di lei doversi rivolgere se aveano bisogno di un potestà.
Questa sequela d'ingiurie e di soprusi in sommo grado imprudente ed impolitica dalla parte di Filippo, cresceva le ire e stringeva ogni dì più le macchinazioni. Già a Milano se ne aveva sentore, ma il duca non vi credeva quanto avrebbe dovuto. Non ostante, per rappacificare un poco gli animi, mandava dicendo, avere nei trattati col re d'Aragona ottenuto la cessione dell'Isola di Sardegna alla Repubblica. Intanto sotto questo colore arrivavano di continuo truppe da Milano le quali dicevasi dovevano servire all'occupazione del nuovo possesso. In Genova non si credeva a tultociò, ma le cose non essendo malure aspettavano. Il più importante stava nel vincere la irresoluzione di molti cittadini moderati, i quali quantunque avversi al duca, temevano che tolta la dominazione straniera, ne sarebbero sorte le solite gare fra le famiglie più potenti per istrapparsi a vicenda 1' autorità. Al sangue ed alle discordie civili preferivano la signoria del milanese,
Finalmente le accese parole, e la pronta attivilà di Francesco Spinola, avendo infiammato i volonterosi, e decisi i più dubbii, fu stabilito alla sollevazione il giorno di Natale, in cui la moltitudine essendo usa a riempire le piazze e le strade, ed i magistrati con assai curiosi portandosi a palagio a complimentare il governatore, in quel trambusto i congiurati sarebbero stati meno osservati ed il colpo più sicuro. Ma venuto il di prefisso, o fosse timore o mancasse nei più F eccitazione necessaria nessuno si mosse. Si mandò allora un messo segreto a Sarzana, invitando Tommaso Fregoso ad accorrere e capitanare la rivolta ; poi quegli slessi che l'avean mandato se ne pentirono, non credendo Tommaso abbastanza sicuro. Da Milano giungevano nuovi e più imperiosi ordini: si apparecchiassero le genti e le navi necessarie per la flotta che doveva ricondurre Alfonso nel Regno. La notizia cbe Opizino Olgiati era richiamato, e che il nuovo governatore Ermes Tri-
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (360/637)
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