Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      Intanto per garanzia di questo trattato, una delle torri fu consegnata a' cittadini. Ma ogni dì più incalzando V arrivo delle forze ducali, i Genovesi per timore che non bastasse loro il tempo preso, inoltre giudicando esser meglio mancare ad una promessa che alla patria, penetrati dalla torre che occupavano entro la fortezza, se ne impossessarono quasi senza resistenza.
      Rimasto il presidio prigioniero, per rappresaglia contro Filippo, il quale avea fatti arrestare tutti i Genovesi che per negozi od altre ragioni si trovavano ne'suoi Stati, fu poscia lasciato andare con leggiero riscatto. Il Castelletto e le sue fortificazioni furono dietro pubblico decreto rasi dalle fondamenta. Così finiva la dominazione de' Visconti nella Liguria; nata dalla violenza, la violenza la distrusse, tanto è vero che in ogni luogo ed in ogni tempo, nessun reggimento politico è duraturo, se non è sostenuto dalla benevolenza dei governati.
      Varcati gli Appennini ed accortosi dopo la caduta di Castelletto esser vano il sottomettere nuovamente Genova, esercitò il Piccinino le sue vendette contro i luoghi indifesi. Mise a sacco Sampierdarena, trattò ugualmente Voltri, e seminando il terrore lungo la riviera occidentale, andò a porre il campo ad Albenga a cui dopo aver tentato di averla per forza mise F assedio. Lo sostenevano le bande mandate dai marchesi di Ceva e Del Carretto, le artiglierie fulminavano incessantemente, ma i cittadini ostinati nel difendersi e rincorali da alcuni scarsi aiuti pervenuti da Genova e dal sapere che molti più se ne stavano preparando, fecero sì ostinata resistenza, che il Piccinino fu costretto finalmente ad abbandonare F impresa. Levato il campo e trasferitosi di là nella riviera orientale non ebbe altro successo che la presa di Sarzana.
      In Genova frattanto le cose procedevano meno giudiziosamente di quello che le dolorose prove, da cui la Repubblica usciva, avrebbero potuto fare sperare. Ma, poste le medesime cause, ne seguitano sempre gli stessi effetti, nò F esperienza del passato ha fatti mai più saggi gli uomini, la maggiorità dei quali, fanciulli perpetui vivendo solo nel presente, lascia la risoluzione delle faccende più gravi alle passioni ed agl'interessi del momento.
      La maggiorità dei cittadini non era contenta del reggimento degli otto provveditori: ambiziosi tulli, e però nemici gli uni degli altri, screditavano l'autorità loro colle brighe ed i raggiri. D'altronde ne' più essendo ancor fresca e simpatica la memoria del reggimento de' dogi, fu deciso di rinno-
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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