Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      Milano, le cose parevano non molto bene disposte verso il nuovo venuto. Si fece la sua situazione anche più precaria quando Alfonso, radunata una squadra sufficiente si pose in grado di minacciare la capitale anco per il lato del mare; di più le due fortissime rocche di Caslelnuovo e Castel dell'Uovo erano in potere degli Aragonesi, ed il francese stremo di danari, non che potesse far fronte ai nemici e raccogliere nuove forze, era stato costretto a licenziare parte delle navi genovesi, ritenendone sole 4 al suo soldo.
      Essendo le cose in questo stato, la bravura e l'ardire d'un capitano genovese, ristorarono per allora la fortuna di Renato. Era stato conferito il comando della squadra genovese di Napoli a Niccolò Fregoso, giovane d'anni ma d'un coraggio e d'un abilità a tutta prova. Costui sul primo suo giungere a Napoli, dimostrò al re la necessità di torre i due Castelli agli Aragonesi, essendo senza di essi, il possesso della capitale effimero e mal sicuro. Renato quantunque la cosa fosse stimata dagl'intelligenti pressoché impossibile attesa la fortezza de' Castelli, nonostante acconsentì, e diò il comando dell'impresa allo stesso Niccolò, il quale decise di volgersi primieramente contro Castel nuovo.
      Attaccò intanto Niccolò, come in via d'esperienza la torre di S. Vincenzo, la quale benché edificata sugli scogli, e cinta dal mare, ottenne dopo pochi giorni di combattimento. Avendo così incoraggiti i soldati ed i marinai alla più difficile impresa di Castelnuovo, gli tolse prima di tutto ogni comunicazione con la terra, scavando lungo lo stretto istmo un largo canale ed erigendosi dietro, terrapieni e bastioni; poi cominciò con le artiglierie a fulminare la fortezza. Resisterono gli assediati francamente, quan-, tunque ogni di più si assottigliasse il loro numero pel saettare de' balestrieri genovesi, i quali dall' alto delle gabbie miravano a segno sicuro. 11 capitano aragonese Rinaldo Sanoez, suppliva al numero con la risoluzione e col coraggio. Speravano principalmente nell' aiuto del re Alfonso, il quale con un esercito di quindicimila uomini si approssimava a Napoli per soccorrerli. Ma la celerità eoe cui Reoato favorito dalle simpatie dei Napoletani raccolse un' altra armata, rese vana la presenza di Alfonso e dell'esercito; poiché l'Aragonese trovandosi inferiore di forze, dopo essere stato parecchi giorni ad osservare i nemici senza attaccarli, pensò di ritirarsi; onde, prima Castelnuovo poscia Castel dell'Uovo, consumate tutte le vettovaglie si arresero (1440).
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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