Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
356 s t 0 h i adisposizione, inducendo sei galere veneziane, reduci dalla Tana, a trattenersi. Aumentò più che gli fa possibile il presidio, che a stento potè elevare al numero di presso che settemila uomini. Con questi era necessario di guardare una Città di tredici miglia di circuito, contro le forze esuberanti di dugentomila soldati. Le navi greche sommate con le alleate ascendevano a ventotto, e furono situate alla bocca del porto dietro una catena grossissima che ne chiudeva l'ingresso.
Quei di Calata unendosi al presidio greco, avrebbero potuto se non impedire almeno protrarre la caduta della capitale dell' impero; ma fidandosi nelle parole di Maometto, il quale prometteva di conservare ai coloni, le medesime franchigie godute sotto gl'imperatori greci, ove egli fosse riuscito ad impadronirsi di Costantinopoli, si ritennero dal mandare aleno aiuto scoperto. Non mancarono però molti di quei di Pera di andare a combattere volontariamente tra le file dei Greci e di soccorrerli talora di vettovaglie ; ma in circostanza di tanto momento, più grandi sacriGzj si richiedevano, ed i coloni operando in tal guisa non si avvidero di contribuire alla rovina degli altri, mentre non salvavano nemmeno se stessi. Sottomessa Costantinopoli e tutte le altre parti dell'Impero, avrebbe la nazione fiera ed intollerante de' Mussulmani sofferto in seno dell' impero e della capitale stessa uno stabilimento appartenente a latini ed infedeli?
Appena sbarcato l'esercito lo divise Maometto io tre schiere: una era destinata ad invigilare sopra Galata della fede della quale, dopo i leggieri soccorsi somministrati da quei di Pera agli assediati dubitava; un altro corpo di truppe tenendosi al largo in terra ferma, dovea correre la campagna, ed impedire ogni soccorso esterno dalle provincie meridionali ed occidentali della Grecia. La più gran parte dell'armata, delia quale egli stesso avea il comando, schierò lunga il lato della Città che guarda la terra, piantando le tende imperiali di rimpetlo alla porta di S. Romano, il 25 aprile 1453 cominciarono le artiglierie mussulmane a fulminare la Città. Maometto conoscendo che l'assedio posto alla Città da Amurat nel 1422, era principalmente riuscito vano per la piccolezza ed il cattivo servizio delle artiglierie, avea fatti fabbricare da artefici stranieri un gran numero di cannoni, alcuni de' quali di una grossezza fino allora inusitata; inoltre con l'allettamento di grosse paghe si era procurata una scelta truppa di artiglieri cristiani.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (376/637)
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