Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      360 STORIALa mattina del 29 maggio 4 453 un colpo di bombarda tirate? dal campo mussulmano dava il segno dell* attacco. 1 greci e gli alleati avvisati innanzi si tenevano pronti a ricevere il nemico. Ai capitani ed ai personaggi più distinti che allora si trovavano in Costantinopoli, era stato a ciascuno assegnato il posto che dovea difendere. Giovanni Longo invigilava alla porta di S. Tommaso; Maurizio Cattaneo ed Jacopo Contarmi alla porta d'Oro, la quale come quella Panaria mette sul porto, il cardinale Isidoro legato pontifìcio alla regione Dempseria, Domenico Trevigiani veneziano guardava l'ingresso del golfo. Demetrio Cantacuzeno e Niceforo Paleologo l'interno della città; Costantino non si era riservato nessun posto particolare, ma scorrendo a cavallo accompagnato dalle sue guardie stava ognor pronto ad accorrere dove il pericolo era maggiore, e la mischia. più fitta. Gran parte della gioventù di Pera guidata dal giovine Imperiali nipote del Podestà, traversando di notte il golfo sopra piccole barche, era venuta in soccorso de* suoi confratelli è correligionarj.
      Dalla parte di terra, ove era accolta la più gran parte e la più eletta dell'esercito mussulmano, diede principio all'assalto una confusa moltitudine di schiavi e di gente raccogliticcia d' ogni paese. Si avanzarono carichi di fascine e di materiali d'ogni sorta per riempire il fosso; ma ricevute da una grandine di saette e di palle, si volsero in fuga rotti e sbaragliati, lasciando i fossi ed il terreno circostante coperto di sangue e di cadaveri.
      I soldati dell'Anatolia e della Tracia i quali sottentravano ai primi nel-1' assalto, dopo avere fatto testa più lungamente furono costretti anch'essi a dare addietro. Combattevano Greci ed alleati con la medesima ostinazione disperata; i primi specialmente si mostrarono in quelP estremo giorno degni della fama dei loro antichi padri ; non aveano i vizj e la lunga inerzia degenerato in tutto il sangue dei primitivi Elleni. Se vissero come bruti, la posterità gli scusa pensando che morirono da uomini. Avevano a sostenere ora i difensori di Costantinopoli un altro più feroce, e più terribile assalto. L'intiero corpo de' Giannizzeri fiancheggiato da due squadroni di cavalieriarabi si avanzò con impeto indomabile alla riscossa. Tuonavano le artiglierie con più fitta tempesta, mentre i più valorosi soldati dell' esercito ottomano montavano all' assalto. Gli assediati già stanchi e decimati dagli attacchi precedenti, non aveano truppe fresche da sostituire ai combattenti fe-
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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