Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
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STORIAdi cadere rivo in mano de* nemici assalse l'imperatore, volto® ai circostanti, implorava per pietà che 1' uccidessero; ma non vedendosi ascoltato, e già il fumo, la polvere ed il frastuono dell'armi dimostrandogli Varriro de' Turchi, cacciossi disperatamente dove la strage era più folta e disparve in mezzo alla confusa moltitudine dei vinti e dei vincitori. Quando cessato il combattare si pensò a rendere agli estinti gli ultimi ufficj, fu trovato il corpo di Costantino sotto un mucchio di cadaveri caduti per lui o con Ini. Cosi dopo quasi dodici secoli dalia traslazione dell' Impero cadde la Capitale d'Oriente, il solo monumento che restasse dell' antica potenza romana, in mano di Maometto II e della gente mussulmana.
A' Pera furono mantenute dal vincitore le promesse nel modo col quale i forti sogliono mantenerle ai deboli quando il timore ed il pericolo sono cessati. Dopo quattro giorni impiegati nel saccheggiare Costantinopoli entrò Maometto in Pera; ma contro la sua aspettativa trovò la Città quasi spopolata e spoglia delle grandi ricchezze, che l'esser quella divenuta il principale emporio delle ricchezze d' Oriente vi accumulava. Giacché, i coloni quando per il fatto occorso a Giovanni Longo si accorsero che ornai lutto era perduto, non si fidando delle promesse mussulmane, protestando invano un Agi turco che invigilava durante l'assedio su Pera, imbarcate le masserìzie e le mercanzie più preziose sopra le navi mercantili, le aveano sottratte all' avidità de' nemici.
Il Podestà della Colonia il quale si presentò a Maometto, onde ottenerne le garanzie ed i privilegi promessi fu accolto dal Sultano con modi altieri e sdegnosi. Questi dopo averlo rimproverato di aver lasciati partire i più ricchi abitanti con le loro robe, e minacciando di confiscare tutto dò che era rimasto, se non fossero tosto ritornati, condiscese a fatica a lasciare a quei di Pera un giudice proprio. Le altre Colonie genovesi dell'Arcipelago, Je due Focee, Scio e Metellino seguitarono in breve la fortuna di Pera.
Il giorno dopo l'espugnazione di Costantinopoli, una flotta Cristiana composta di navi genovesi, veneziane ed aragonesi, congregate con somma cura da Niccolò V. Papa, giungeva nelle acque di Negroponte, ma era troppo tardi. Udita la caduta di Bisanzio, la squadra cristiana si disperse dinanzi la flolta turca che inanimita dalla vittoria recente la veniva a trovare. Gli abitanti di Pera pareggiati ora quasi alle condizioni de'vinti di Costantinopoli, si ebbero a pentire della strana risoluzione presa di rimanere
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (382/637)
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