Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      Sommavano le forze dirette contro F isola a nove galere, nna nave ed otto faste, con boon numero di fanteria aragonese, duecento soldati sardi ed altrettanti balestrieri delle Baleari. Si congiunsero queste genti con quelle guidate da Raffaello di Leca, allora il più possente feudatario dell' isola, e sostenitore della parte avversa ai Genovesi, il quale oltre il -castello da cui prendeva il nome, avea estesa la sua signoria a Cinarca, Vico e Niolo, mentre gli prestavano omaggio di vassalli gli abitanti di Sia, Savendentro, Soroinsù e di Cruzini. Avea Raffaello fino allora sostenuto una lotta accanita contro Battistino Doria, che conformandosi alle istruzioni ricevute da chi lo mandava, cercava di abbassare con ogni mezzo la potenza dei signori oltramontani. Spinto ora dalla necessità, non avea esitato il Corso a gittarsi nelle braccia degli Aragonesi.
      La Compagnia di S. Giorgio, appena ebbe sentore dell' arrivo de' nemici in Corsica, raccolte in fretta sul continente più genti che potè, le inviò nell' isola. La fortuna questa volta si dimostrò coritraria ai soldati della compagnia; perchè essendosi avanzati per attaccare Niolo furono incontrati dalle genti Corse ed Aragonesi a Mursa, luogo poco distante da Niolo, ed ivi disfatti completamente con la morte di molti, fra i quali lo slesso comandante della spedizione. Non ostante questa vittoria non avvantaggiò in modo alcuno le condizioni degli Aragonesi nell' isola, perchè un ordine di Alfonso richiamò indietro (1456) il capitano Berlinghieri da Rillo con tutta la spedizione. L'altra flotta sotto gli ordini del Villamarina dopo avere svernato a Napoli, ritornò nella primavera seguente nel Ligustico, ma dopo aver dato alcun danno alle riviere si ritirò anch'essa.
      Importanti cagioni aveano determinato Alfonso a questa subita risoluzione. A Niccolò V, morto nel marzo dell' anno precedente, era successo Alfonso Borgia Cardinale di Valenza col nome di Callisto III che oltre all' essere slato maestro del re d' Aragona, avea sostenute per esso molle ambascerie, e si era fino allora dimostrato attaccatisimo alla sua casa. Questa elezione spaventò da un lato il Doge Piero Fregoso, mentre dall'altro accrebbe la baldanza del re, il quale confidava di aver ligio e sottomesso alle sue voglie ed ai suoi progetti, P uomo che per tanti anni avea sperimentato fedele servitore. Ma il Papa di Roma si dimostrò tutto diverso dal Cardinale di Valenza; perchè comparve subito più inclinato a reprimere che ad incoraggiare la baldanza del re, e coi pensieri rivolti a liberare l'Oriente daiL^ooQie


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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