Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GF.NOVA 371
tere di questo fatto, rammentando la tregua di fresco conclusa, e chiedendo per ammenda, la punizione del capitano e rifacimento di danni. Gli fu risposto che il legno catturato era di buona presa; imperocché richiestone non avesse voluto dar lingua; inoltre avendo alcune navi della Repubblica danneggiato quelle del re, non avea la prima diritto a lamentarsi di questa rappresaglia. Si ricorse allora un' altra volta all' espediente di sostenere le proprie ragioni con la forza delle armi. Filippo Fieschi alla testa di sei Galere e parecchi altri legni minori era spedito verso il regno, con l'ordine di catturare tutte le navi nemiche che gli capitassero fra mano. Scorse Filippo le acque di Sicilia e le coste di Calabria, ma non trovando alcun naviglio nemico su cui esercitare la vendetta dell' ingiuria soiferta; poiché Alfonso avvisato a tempo avea dato ordine che tutte si riducessero in luogo di sicurezza, concepì 1' ardito progetto di attaccare lo stesso porto di Napoli , e di incendiare ivi, se 1' occasione gli si fòsse mostrata propizia la flotta aragonese. Intanto facendo arrestare e congiungere alle sue tutte le navi mercantili liguri che gli accorsero, ingrossava la flotta. Non poterono questi preparativi esser fatti così speditamente e con tanta segretezza, che a Napoli non se ne avesse sentore, onde Alfonso siccome non avea allora in pronto navi armate per farle uscire contro i nemici, attese a difendere il porlo in quel modo migliore che la ristrettezza del tempo lo permetteva. Fece tirare in terra i legni più sottili, le galere grosse ricoperse di cuoio onde guarentirle dal fuoco, moltiplicò il numero delle artiglierie lungo le fortificazioni del porlo, e ne chiuse la bocca con catene e travi galleggianti. Neil* istesso tempo mandava fuori con tre galere sottili, l'ammiraglio Yil^ lamarina, onde spiasse le mosse degl' inimici. Il terzo giorno dacché eranssi cominciati a prendere questi provvedimenti, comparve nel golfo la squadra genovese. Ma Filippo Fieschi o che si lasciasse spaventare dall'apparato formidabile delle artiglierie, le quali al suo avvicinarsi cominciavano a fulminarlo, o perché si stimasse troppo debole per effettuare un' impresa, che immaginandola gli era parsa facile, dopo un lieve tentativo si ritrasse, e poco dopo visti i lavori del porto compiuto ritornò nel Ligustico. Fu scritto da alcuno eh' egli fosse stato indotto a desistere dall' impresa corrotto dai danari di Alfonso; ma sembra poco probabile, che un re orgoglioso, guerriero, polente di mezzi come l'Aragonese, volesse abbassarsi a questo espediente per evitare gli assalti d' una squadra provvista così mediocremente di forze, come era quella di Filippo.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (391/637)
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