Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      376 STORIA DI GENOVAconcorso dei fuorusciti, gli era una minaccia continua per l'istesso possesso del Regno di Napoli dove la fazione Angioina durava ancora forte e rigogliosa. Travagliato da questi pensieri si propose adunque di cacciare Giovanni di Calabria, dalla Liguria avanti che vi si fosse potuto consolidare. Caricate dieci navi d' armi, di munizioni e di soldati, le spedì nel Ligustico a raggiungere il grosso della flotta, forte di venticinque galere, che avea svernato a Portovenere, con P ordine all' ammiraglio Villamarina di andar direttamente ad assalir Genova. Giunta la flotta aragonese in vista della città, andava a gittar le ancore dinanzi al porto, mentre i fuorusciti guidati dagli Adorni e da Giovanni Filippo Del Fiesco cingevano con grossa schiera le mura dalla parte di terra.
      Il Duca Giovanni non ismentì in questa circostanza la sua fama di prudente ed esperto capitano. Fece entrare nel porto tutte le navi genovesi, ne chiuse la bocca con catene e con travi galleggianti, e dispose il presidio francese nei luoghi più minacciati. Lo aiutava mirabilmente in questi preparativi di difesa, l'ex-Doge Piero Fregoso, il quale col consiglio e con una scelta banda di soldati, che avanti erano stati al suo servizio, si dimostrava allora zelantissimo, nel sostenere l'autorità del Duca. Oltre le angustie dell' assedio, la città era tribolata dalla fame, perchè dalla parte di mare la flotta nemica impediva il trasporto de' viveri, e dalla Lombardia, ove ordinariamente si provvedeva la Liguria, non veniva grano, atteso la scarsità dei raccolti di quell' anno. La morte d'Alfonso avvenuta a Napoli il 27 di giugno, liberò in parte i Genovesi dai mali da cui erano travagliati, perchè appena quattro giorni dopo se ne ebbe avviso nella flotta aragonese, le navi si sbandarono ed il Villamarina abbandonò 1' impresa. I fuoruscili anch' essi vedendosi abbandonati, non tardarono a disciogliere il campo, e pochi giorni dopo due dei loro caporioni, Barnaba e Raffaello Adorni, morirono sopraffatti dal dispiacere di vedere cosi svanito il tentativo, e spenta la vita di colui, nel quale avevano riposte tutte le speranze di ricuperare la patria e P autorità.
     
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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