Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
382 STORIA
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il quale avendo udito dei preparativi che si facevano a Genova contro di lui, per distornarli o almeno differirli, mandò grandi somme al Fregoso affine di raccogliere genti. 11 formare un esercito in Italia in codesti tempi era cosa facilissima per chi era fornito di danaro, giacche tutti i Signori feudatari, e specialmente quelli della Romagna, tenendo al loro servizio una banda di soldati formata ordinariamente di vassalli, stavano sempre pronti a vendere sè stessi ed i suoi al maggiore offerente. Pertanto non era cosa rara il vedere un corpo di soldati i quali poco innanzi aveano combattuto valorosamente alla difesa ed alla salvezza di uno Stato, gittarsi dopo poco per P allettamento di premii maggiori, alla parte contraria, e menare le mani col medesimo ardore a procacciare la distruzione e la servitù di coloro dei quali erano stati i campioni.
Varcati gli Appennini scese Piero Fregoso in Polcevera, e si accampò a quattro miglia distante dalla Città. Però temendo delle pioggie minacciale dal sopravvenire dell* autunno, ed essendo determinato a correre qualunque rischio per conseguire F intento prima che la stagione gli impedisse di tenere la campagna ed il mancar delle paghe gli sbandasse P esercito, lasciata la valle si accostò più presso a Genova. Facilitava oltre a tutto ciò la riuscita delP impresa, la partenza della maggior parte delle navi che erano nel porto, le quali il duca avea mandato verso Livorno, incontro alla squadra di Aragona, che si trovava in quelle acque. 11 duca Giovanni quantunque sommamente contrariato da questa nuova aggressione, non ostante adottò il sistema di difesa da cui altra volta aveva ottenuto resultali tanto favorevoli. Permise ai cittadini di prendere le armi, ma li tenne entro le mura insieme con la guarnigione francese, slimando che P indugio fosse il partito più acconcio per esser sicuro della vittoria.
Piero dopo essere stato alquanti giorni sotto le mura attendendo invano che i nemici uscissero fuori a combatterlo, accortosi dello scopo della loro inazione, deliberò di andare egli stesso ad assaltargli. Pertanto una notte fé' accostare una banda di truppe scelte per i monti ad un lato delie mura della città dove il bosco folto che vi cresceva sotto impediva di esser veduti. Egli avanzandosi fra i primi spiò da sè stesso il sito, ed accortosi dalle rare voci delle scolte, che le guardie o dormivano o non erano in gran numero, ordinò ad una parte dei suoi, che appoggiale le scale die aveano portate alle mura, saltassero dentro celeremente ed aprissero una
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (402/637)
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