Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      390 S T 0 tt 1 aper sostenere gl'interessi del figlio Giovanni, al qoale per la buona riuscita dall'impresa di Napoli era strettamente necessario il conservare Genova, era capitano di tutta la spedizione. Dopo avere spesi alquanti giorni a Savona l'esercito francese si rimise in marcia per la riviera, e preso di passo Va-ragine, dove passò la notte, andò il giorno dopo, seguitato sempre per mare dalle navi, ad occupare Cornigliano.
      In Genova il terrore e la confusione erano grandi. Alle prime notizie che si erano avute della venuta dell'esercito francese, erano stati spedili in fretta ambasciatori a Milano chiedendo nuovi ajuti di genti e di denari. In quanto alle prime o che non ne avesse in punto, o cbe temesse prendendo così scopertamente a difendere Genova di conciliarsi contro troppo grande l'odio del re Carlo e di Renato, non corrispose lo Sforza all'aspettativa, ma spedi invece con qualche somma di denaro Paolo Fregoso, il quale per essere ardilo e molto pratico nelle cose di guerra era il solo cbe potesse salvare la città dal pericolo che la minacciava. Fu accolto F Arcivescovo dal Doge con grandi dimostrazioni di amicizia, ed amendue ristrettisi insieme concertarono le misure da prendersi nelle presenti circostanze. Primieramente con gli altri pochi denari somministrati dallo Sforza, fu presa al soldo la banda di Marco Pio signore di Carpi, per avere qualche poco di cavalleria da opporre a quella francese.
      Inoltre non bastando l'oro del Duca a tante spese, ed al mantenimento di tante genti, Prospero Adorno indotto, come si vuole, dal Fregoso, al quale non era discaro che il Doge con atti tirannici si procacciasse odio, ricorse per far denari alla violenza. Chiamali a sè trenta dei principali e più ricchi cittadini, li ritenne prigioni, imponendo loro se volevano ricuperare la libertà una forte taglia. Ma il Doge dopo essersi compromesso con questa misura, con la quale si violava apertamente la libertà individuale dei cittadini, non ne ritrasse alcun frutto; perchè i prigioni protestando energicamente stettero fermi sul negare di voler pagare alcuna contribuzione.
      Dopo avere in altro modo provvisto all'urgenza della circostanza, si divisero il Fregoso e l'Adorno le atlribuzioni della difesa. Fu deciso che Paolo con il fiore delle milizie avrebbe occupate le alture di S. Benigno e quelle del monte Peraldo, mentre Prospero sarebbe rimasto alla difesa della città; appena si sparse la nuova dell'arrivo dei nemici a Cornigliano, fu risoluto di andare ad incontrarli; ma giunti i soldati del Doge e di Paolo in vista
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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