Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      dei Francesi, o che li trovassero in maggior numero di quello che si attendevano o che mancasse loro il coraggio di attaccarli, voltarono i due capitani le genti indietro.
      Furono perseguitati da vicino dalle genti francesi i più spediti dei quali raggiunti i più ritardanti de'fuggitivi li passarono a fìl di spada, ed avendo occupato il monastero di S. Benigno, avrebbero potuto in quel giorno procedendo col medesimo impeto entrare in città, se nel principio della loro vittoria non si fossero arrestati. La stanchezza e più probabilmente le suggestioni dei nobili, i quali temendo che se Genova fosse stata presa d'assalto anco le loro case ne sarebbero andate di mezzo, indussero i capitani francesi a fare alto, con la speranza che la lor città non avrebbe dopo quella prima lezione osato di persistere nella rivolta. La flotta del re anch' essa invece di gittare le ancore di rimpetto a S. Pier d' Arena se fosse andata direttamente ad investire il porto se ne sarebbe facilmente impadronita, perchè i provvedimenti per la difesa non erano per ancheterminati, ed il terrore di quella prima fuga, avea tolta sul momento ogni
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      energia per resistere.
      Accostate le navi alla piaggia, sbarcò il re la fanteria che conduceva, e riunitala all' esercito di terra, spese due giorni a far riposare i soldati ed a prepararli all' assalto. Succedevano a quando a quando alcune scaramucce, nelle quali essendo quasi sempre rimasti superiori i soldati di Paolo, questi ripigliavano animo, e cacciavano l'opinione preconcetta della superiorità dei Francesi. Paolo poiché vide il Monastero di S. Benigno occupato dai nemici, ritrasse i suoi sulla costa più elevata del monte, in modo che restassero sempre tra la fortezza e l'esercito francese, avendo giudicato da esperto capitano, che V unica speranza di salute stava nell' impedire che i nuovi venuti si ricongiungessero alla guarnigione di Castelletto. In città l'Adorno seguitando l'esempio del Fregoso con energici provvedimenti, si preparava ad ogni evento. Rinforzò la guardia che vigilava l'uscita di Castelletto, pose una schiera di eletti giovani alla difesa della marina, ed egli coi suoi più fidi si pose nel palagio affine di poter reprimere ogni moto fazioso ed accorrere dove la necessità più lo richiedesse. Era l'inteudimento del re di cacciare al tutto la banda di Paolo dalle alture che occupava; per il che diviso T esercito in tre schiere, nella prima delle quali pose i cavalli leggieri con i balestrieri, nella seconda, l'artiglieria e lo sforzo deli' esercito,
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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