Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
392 STORIAnella terza la gente meno eletta, gli ordinò cbe montassero l'erta ed andassero ad investire i nemici, egli poi diritto sulla poppa dell'ammiraglio che sorgeva alla piaggia di S. Pier d' Arena, non potendo per l'età pigliar parte al combattimento, prospettava di là tutta la scena affinchè nei soldati il sapersi sotto gli occhi del re crescesse vigore e smania di distinguersi.
Non incontrarono i Francesi sul principio resistenza; le prime torme genovesi furono messe in fuga, e la vittoria parve arridere agli assalitori, finché non furono giunti alla sommità del monte dove gli attendeva Paolo Arcivescovo col fiore dei suoi ed i soldati sforzeschi. Cominciò qui una lotta accanita e micidiale; si sforzavano i Francesi di superare la vetta del monte e ributtarne le genti di Paolo, queste alla lor volta favorite dalla posizione più alta e combattendo a piè fermo non rinculavano di un passo, « col trarre delle balestre seminavano la strage fra gli assalitori. Era il 17 di luglio; la stagione caldissima, ed i Francesi già stanchi per il salire dell' erta scoscesa, sotto la sferza di un sole d' estate mancavano soprattutto di rinfreschi e d'acqua per refrigerare la sete che li divorava. All' incontro nel campo del Fregoso, essendo continuamente i soldati stanchi rimpiazzati dalle genti fresche che Prospero Adorno mandava di città, aveano nella posizione, in cui si erano posti sufficienti provvisioni di rinfreschi per refocillarsi e tornare a combattere. Ad onta di tutti questi vantaggi duravano i Francesi ostinati nel volere sloggiare i nemici, e pendeva ancora incerta la vittoria, quand'ecco sopraggiungere nel campo del Fregoso tre soldati ansanti e polverosi. Erano Carlo Cadamoslo, Giorgio Dalmatino e Niccolò Epirota, capitani del Duca di Milano, che questi appena saputo l'arrivo del re Renato avea spediti tosto a Genova per infrancare gli spiriti e prolungare la difesa della città, con ispargere voce di ajuti di fanti e di cavalli che dovean venir da Lombardia. Costoro giunti nelle vicinanze quando la zuffa era già incominciata, pensarono ad uno stratagemma, da cui in gran parte dipesero le sorti della giornata. Radunarono una moltitudine di contadini della Polcevera; li posero in distanza in un sito donde potessero esser distinti dal luogo del combattimento, ed arrivati nell'istante che il menar delle mani era più tempestoso, annunziarono di essere i precursori di una potente schiera di soldati sforzeschi i quali, additando con la mano i polceveraschi, dicevano esser già in vista. Rastò questa notizia sparsasi celeremente tra le file per infondere un nuovo ardore neli' animo dei soldati del Fregoso.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (412/637)
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