Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      Si slanciarono essi con un vigore a cui nulla poteva resistere, gridando i! nome di Duca e di Sforza, e andati ad urtare nella vanguardia francese la sgominarono e la costrinsero ad indietreggiare. Tentò nonostante la retroguardia di far fronte e ristabilire la battaglia, ma essendo i soldati stanchi dal lungo combattere, ed abbattuti dal calore e dalla sete, fu anche essa cacciala in fuga. La rotta allora divenne generale; giù per la china del monte correvano i soldati francesi verso S. Pier dr arena, perseguitati alacremente dai vincitori, e dalle altre piccole bande che il Fregoso avea sparse per quei colli ad oggetto di molestare i nemici. I contadini stessi i quali fino allora non aveano fatto altro che incutere spavento col mostrarsi da lontano, prendevano parte allo inseguimento, uccidendo tutti quelli che su quella prima furia venivano loro alle mani. V unica speranza di chi fuggendo con maggior celerità, era riuscito a scampare dal ferro nemico era riposta ora nelle navi del re Renato; ma quale fu la loro disperazione, quando giunti alla riva le videro far forza di vele e prendere il largo f Imperocché il Provenzale quando vide le sue genti precipitarsi sbaragliate giù per la china del monte, sdegnando di attendere soldati i quali si erano lasciati vincere, dicendo che le sue navi non doveano essere ricetto di vigliacchi, avea ordinato di salpare le ancore e di partire, lasciando i miseri fuggitivi alla sorte Che sierano meritata. In quel momento terribile molti disperati sj lanciarono in mare per vedere se fosse stato possibile di raggiungere i legni amici, ma venendo a mancare ad essi le forze gran parte di quelli che si erano salvati alla strage, perirono annegati, tutto il resto furono fatti prigionieri.
      Il numero dei soldati uccisi o affogati in questa circostanza fu enorme, se si considera quanto poco sangue costavano le battaglie di quei tempi ; imperocché la perdita dei francesi sommasse a meglio che 2500 uomini con un centinaio di cavalieri a sprone d'oro. Dalla parte dei Genovesi i quali oltre alla fortezza del sito che occupavano aveano combattuto la maggior parte del tempo difesi da una linea di steccati che P Arcivescovo avea fatti costruire sulle alture di monte Peraldo e di S. Benigno, la perdita fu insignificantissima, quantunque debba essere stata maggiore di quella di quattro sole persone, come lasciò scritto un annalista riputato.
      La storia che si è arrestata per un momento con piacere sopra gesta operate da uomini italiani contro soldatesche straniere, ripiglia ora a malincuore a narrare le discordie fraterne e le lotte cittadine.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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