Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
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ed anzi (ulto quello che tiu qui avea operato in difesa delta città, non mirava ad altro scopo che a quello di procacciarsi favore e spianarsi cosi la via al principato. Il primo* passo nella via che si era proposto fu l'acquisto di Savona. Imperocché il nuovo re di Francia avendo I' animo alieno dalle cose d'Italia e noiato delle inutili spese che gli costava questa città da cui non ricavava alcuna imposta e che nonostante era necessario tener guarnita di soldati sufficienti, si accordò a cederla allo Sforza con cui si era riconciliato. Il ritorno di Paolo Fregoso al Dogato e il modo pazzo e crudele con cui T esercitò, riducendo quasi alla disperazione i miseri cittadini, tolse via tutti gli ostacoli che ancora rimanevano. In fatti sul principio del 14G3 Paolo Fregoso ricomparve in città, e ricuperando il principato colla medesima facilità con cui P avea perduto, mandò a Papa Pio li relazione di questo avvenimento impetrando la di lui approvazione col disegno di farsene scudo contro 1' avversione dei cittadini che sapeva essere universale contro di lui. La risposta del Pontefice piena di savie riflessioni e di acconci consigli, è documento storico cosi interessante, che ci sembra di non poterci dispensare dal trascriverla. Essa era concepita in questi termini, e la riportiamo nel modo che è stata tradotta da Agostino Giustiniani:
« Pio Vescovo Servo de' Servi di Dio, al venerando fratel nostro Paolo « Arcivescovo e Duce di Genova salute con I' Apostolica benedizione. Tu « ne scrivi che sei stato fatto Duce della patria tua con l'elezione libera « dei cittadini, e domandi che vogliamo confermare alla fraternità tua
< il decreto della tua elezione. Ci siamo maravigliati che tu abbi accettato t il governo di quella città, la quale più che tutte le altre d'Italia si diletta di cose nuove, e continuamente vacilla, ed è continuamente in moto, « e non comporta lungo tempo né Duce, né Governatore; e tu medesimo « 1' anno passato hai con esperienza provato in la persona tua quanta sia
< la costanza dei tuoi cittadini, il quale quando fosti assunto alla dignità « Ducale assai presto poiché l'avesti accettata fosti sforzato a lasciarla. E « a noi in un tempo medesimo fu fatto intendere Y elezione e la deposizion tua. Quel che debba seguire al presente non lo sappiamo. Ed a « ciò si aggiunge la novità della cosa, perchè ancorché una persona medesima possa esercitare T ufficio Archiepiscopale, e 1' ufficio Ducale, non
< intervenendo però effusion di sangue, non sappiamo nondimeno se alcun « altro Arcivescovo di Genova sia slato fatto Duce. In vero bisogna dire
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (417/637)
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