Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      408 s T () Il I Adimostrò in Galeazzo, oltre una incredibile leggerezza, ignoranza totale della natura umana, la quale è disposta a passar sopra ad ogni altra sorta di danni, ma non oblia ne perdona giammai le ingiurie fatte air amor proprio. D'altronde la condotta posteriore di Galeazzo non era tale da temperare l'impressione sgradevole che aveva lasciata a Genova in questa visita.
      Ordinava gli fossero inviati a Milano sedici senatori con i quali aveva da parlare di cose di altissima importanza. Essendosi presentati gli ambasciatori, ingiungeva loro che in nome suo proponessero in Senato l'allargamento dell'arsenale, in modo che fosse capace di cinquanta galere. Il Senato per non disgustare il Duca, non disapprovò la proposta; nonostante mancando i denari per allora non gli diede esecuzione. Si sapeva nell'istesso tempo che egli aveva intenzione di estender le fortificazioni di Castelletto e di di accrescerne la guarnigione; ma essendosi i magistrati opposti tenacemente a questa misura, la quale era riguardata come una aperta violazione dei trattati, Galeazzo per allora non vi insistè, rimettendo ad altro tempo l'esecuzione dei suoi progetti. Nonostante non molto dopo (1473) saltava fuori con nuove pretensioni.
      Era stato elevato al soglio pontificale Papa Sisto IV nato ad Albisola umile terra della Liguria. Galeazzo volendo entrare nella buona grazia del pontefice col mostrarsi zelante degli interessi della cristianità, affinchè l'influenza la quale sapeva che questi esercitava sopra i suoi concittadini gli servisse a consolidare la sua signoria sopra la repubblica, risolvè di porsi a capo di una spedizione navale, indirizzata a soccorrere Scio, allora minacciato dalle armi mussulmane. Ordinava però a Genova, che parte a sue spese, parte a spese della Repubblica, si mettessero in ordine per questa spedizione venti galere. Nonostante questo progetto rimase anche esso incompleto: perchè i Genovesi non vedendosi più sollecitati dal Duca, nel quale secondo la volubilità, della sua natura nuovi pensieri aveano cacciato le antiche intenzioni, dismisero del tutto i preparativi incominciati. Però avvertito il Duca della mala disposizione degli animi dei Genovesi contro di lui, temendo che essi, come in altre circostanze aveano operato con altri, gli facessero qualche brutto scherzo, volendo lusingarli e placarli per il loro lato debole, fece venire a Milano quattro ambasciatori, ai quali dopo averli accolti con grandissima benignità, fè dono di vesti magnifiche e di gran prezzo.
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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