Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      Ì418 STORI Vnell' amor proprio, e stimando di essere ornai decaduto in Genova da ogni reputazione, anelava di vendicarsi. Rinfocolavano questi pensieri, i motti e le piacevolezze di Agnolo della Stufa ambasciatore Fiorentino, uomo faceto e allegro, il quale non cessava di dare su questo proposito la baia al duca.
      Per dar compimento ai suoi nuovi pensieri, faceva perciò Galeazzo radunare un fioritissimo esercito di fanti, in numero di trentamila, che destinava all' impresa di Genova. Poco dopo mosso dalle parole dei capitani, i quali consultati sopra questa impresa gliene rappresentavano le difficoltà, mutato un' altra volta consiglio, vi rinunziava.
      Tutte queste risoluzioni e mutazioni, essendo però state riferite a Genova, vi avevano destata una grande agitazione: dicevano essere stoltezza il sofferire più a lungo la signoria di un principe, il quale per la più lieve cagione e per semplice capriccio potea torre alla 'repubblica tutta la sua indipendenza: doversi ornai rompere il giogo straniero e ricuperare F antica libertà. A queste parole però non seguitavano fatti corrispondenti ; imperocché nessuno volesse pigliare la iniziativa e la responsabilità di una rivolta.
      Intanto che l'attenzione universale era eccitata da questi rumori, vi fa chi formando veramente il proponimento di liberare la patria dal dominio dello Sforza, l'avrebbe condotto a fine, se avesse spinto le cose con più vigore ed avesse trovato più seguito fra i suoi concittadini. Girolamo Gentile, giovane ricchissimo, era tenuto allora in grande stima fra i suoi coetanei per una gagliardia di carattere non comune. Essendosi proposto di operare tutto quello che gli altri dicevano, fece nei mese di Giugno 4476 radunare in sua casa posta nel sobborgo fuori della città, gran numero di coloro i • quali sapeva inclinati a questa impresa, e poiché rivelati i suoi progetti, trovò lutti ben disposti, di notte tempo gli condusse ad assalire la porta di S. Tommaso. La porta fu presa seuza contrasto: entrarono gli insorgenti nella città: e si misero a percorrere le strade chiamando i cittadini a libertà. In breve tempo la sua piccola truppa essendosi aumentata, il Gentile si trovò in grado di sorprendere le altre porte, e di impadronirsene. Nonostante Girolamo, o che credesse la cosa difficile, o che in mezzo all'eccitamento dell' azione non gli sovvenisse, trascurò di andare ad occupare il palagio. Questo errore fu la cagione che il tentativo andasse fallito ; perchè gran parte dei di lui compagni non avendo un punto di riunione, passali i primi momenti di entusiasmo cominciarono a dubitare, e poscia per timore dei ga^tighi
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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