Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
426 s t o n i \più potenti, che l'esiglio e il sospetto degli Sforza aveano tenuti lontani, si avvicinavano da ogni parte.
Tre fratelli Adorni, ed i Fregosi, tra i quali l'ex doge Paolo Arcivescovo, si erano fermati a S. Benigno; d' onde quantunque il governo gli invitasse ad entrare, ricusarono di partirsi, non stimandosi forse in Genova bastantemente sicuri, lbleto Fieschi trovandosi a capo dell'ordine presento di cose era tutto intento a renderlo duraturo. Sapeva che a Milano si stavano apparecchiando forze imponenti per sottomettere nuovamente la città; d'altronde la guarnigione di Castelletto essendo provvista di grosse artiglierie e di mortai, l'invenzione dei quali era recente, tempestava continuamente e sfondava le case, particolarmente il palagio che era ridotto in istato di non essere più abitabile. Non essendo cosi provvisto di forze da tentare l'attacco della fortezza devastatrice, si volse il Fieschi conlro il Castellacelo, forte molto importante perchè poslo al dissopra di Castelletto, ed assalitolo vigorosamente l'ottenne con poca resistenza. Nonostante il pericolo più grande era minacciato da Milano.
La reggenza a capo della quale era la duchessa Eona moglie del defunto Galeazzo, e Cecco Simonetta abile ministro che seguitava a godere presso di lei la fiducia accordatagli già dal marito, dubitando di riuscire a ridurre in obbedienza Genova senza l'aiuto delle parti e di un capo influente, pensarono di servirsi in questa impresa di Prospero Adorno. Questi essendo caduto già in sospetto a Galeazzo, era slato arrestato a Vada, e languiva da molto tempo nelle carceri di Cremona. Simonetta fallosi venire dinanzi FAdorno, gli promise di dargli il governo di Genova se avesse consentito a mettersi a capo delle genti ducali che dovevano marciare in Liguria, coadiuvandone gli sforzi per mezzo dei numerosi suoi partigiani. Ove l'impresa fosse riuscita, la libertà della Repubblica non sarebbe stata violata, ed egli 1' avrebbe retta a nome del duca di Milano, con le medesime condizioni con le quali sul principio essa si era data a Francesco Sforza. Prospero Adorno avendo accettato, parli alla volta della Liguria alla testa di un forte esercito sotto gli ordini di Roberto da San Severino capitano di molto grido, di Lodovico il Moro, ed Ottaviano Sforza fratelli di Galeazzo, che la duchessa con questo pretesto allontanava da Milano, ove brigavano di torgli la tutela del giovinetto Gian Galeazzo successore di suo marito. Sommavano le fòrze Lombarde a dodicimila uomini. Donato del Conte con-
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (446/637)
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