Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
428 STORIAdopo avere scaramucciato per qualche tempo. 11 30 Aprile 1477 tulio F esercito Lombardo traversalo il fiume camminava su per F erta di Promontorio ad assaltare i Genovesi. Donato del Conte a cui in quel giorno era stato affidato il comando del corpo d'infanteria destinalo all'attacco, avea divise le sue genti in tre schiere. Nella prima erano i soldati armali di scudi e di rotelle, nella seconda i balestrieri ed i fucilieri, la terza dovea servire alla riscossa ed a fornire di nuovi e freschi combattenti le due bande degli assalitori. I Genovesi postati nella loro vantaggiosa posizione gli aspettarono a piè fermo dietro le trincere. 11 primo urlo fu terribile e sostenuto da ambedue le parti con esirema bravura. Ma i veterani quantunque combattessero con un accanimento straordinario, dopo avere per qualche tempo fatto ogni sforzo per superare i ripari, furon costretti a dare indietro malconci dopo aver perduti da quaranta soldati. Nonostante non essendo seguilati dai Genovesi i quali mancanti di cavalleria non si attentarono di uscir fuori, e confortati dalle parole e dall' esempio del capitano Donato, ritornarono più ferocemenle all'assalto, Questa volta Donato conoscendo che senza sbarazzare l'ostacolo delle trincee e delle barricate non sarebbe mai venuto a capo di cacciare i Genovesi di Promontorio, aveva fatti scendere da cavallo gli uomini d' arme, che per essere coperti di corazze dovevano meno temere dei colpi nemici, e postili nella prima schiera, ordinando loro che con ronche, con pali ed altri slrumenli di ferro, cercassero di aprire delle breccie neir opposte trincere.
Mentre cosi sul monte di Promontorio si combatteva ostinatamente, eia fortuna sembrava inclinata a favorire i Genovesi, le cose andavano altrimenti nella città. La sera precedente all' assalto di Promontorio, Carlo Adorno, per sentieri non frequentati, era riuscito a penetrare in Castelletto, recandovi F istruzioni di Prospero e dei capi dell' esercito Lombardo, le quali portavano: che allorquando la zuffa fosse accesa in Promontorio, ed il nervo delle forze genovesi occupato in questa lotta non potrebbe riparare in altro luogo, la guarnigione milanese, uscisse dalla fortezza, e rovesciati i ripari, procurasse d'invadere la città e di ricuperare qualche porta. Il progetto di Prospero riusci completamente. Non appena la battaglia si era ingaggiata in Promontorio, che la guarnigione usci fuori di Castelletto, conquistò dopo una lotta breve ed ostinata le barricate che serravano attorno attorno le vie, e cacciando i nemici di casa in casa, non si arrestò finché non ebbe costretto Ibleto Fieschi ad abbandonare la Ciltà.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (448/637)
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