Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
430 STORIAlotanto l'esercito Lombardo essendo giunto a Busalla, presa la via dei monti, come era stato preveduto dai Sanse veri no, veniva direttamente contro il bastione dei due Gemmelli. Luigi Fiescbi, quantunque avesse ordine di tribolare il nemico sul suo passaggio, senza attaccarlo, non potè ritenere l'ardore dei suoi montanari, i quali furono i primi a dar dentro nella vanguardia dei nemici. Ma dopo un breve combattimento, non potendo far testa al numero ed al valore delle truppe regolari, le genti del Fieschi furono rotte, e costrette a ripararsi, fuggendo dietro i bastioni. Questo primo fatto disgraziato, quantunque di per sè di poco momento, sparse la costernazione e lo scoraggimelo per tutto l'esercito genovese.
Nella città stessa, esagerandosi le notizie, come avviene in simili casi, già si credeva che tutto fosse perduto. • Vedevano i magistrali ed i capi dell'eser-
cito che l'infievolimento dell'entusiasmo in simili casi, e con soldati racco-
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gliticci, sarebbe stata la rovina di tutta l'impresa. Per rilevare gli animi, finsero di avere iotercettata una lettera inviata da Milano al vescovo di Como ed alla guarnigione di Castelletto. Questo scritto, letto da un sacerdote predicatore per le piazze al popolo convocato, ed ai molti che disanimati aveano già disertati i ripari, faceva intendere alla guarnigione: avere il governo di Milano maudato un grosso esercito in soccorso delle fortezze, a fine di reprimere il popolo ribelle di Genova. D'ora in avanti questa città non avrebbe più goduto la primitiva libertà, ma ubbidito alle condizioni delle altre sottomesse al dominio del duca : combattessero coraggiosamente; le ricchezze d' una città floridissima sarebbero state il premio del loro valore. Per tre giorni i beni e le persone dei ribelli sarebbero abbandonate al sacco ed al libito dei soldati di'Lombardia. La lettura di questo scritto, produsse un effetto maraviglioso ; la rabbia e la disperazione si congiunsero all' entusiasmo ridestato. Una moltitudine numerosa, sulla mezza notte, al rintocco deHe campane, abbandonata la città, andava a raggiungere il campo del Sanseverino sotto i due Gemelli, dove il capitano avea già fatti raccogliere tatti gr altri presidii sparsi lungo la estesa linea delle fortificazioni, da che si era accorto della direzione presa dai nemici. I magistrati dal loro canto si erano data ogni cura di far trasportare al campo, vino e vettovaglie di ogni maniera, affinchè nell' ora del combattimento i soldati non mancassero dei rinfreschi necessari.
Ai nove di agosto avendo il Sanseverino collocate le genti genovesi tutte alle loro posizioni, comparve in vista l'esercito lombardo il quale si avanzava
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (456/637)
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