Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      Ì40 STORI Vsconfitta dei dne Gemelli, mandarono in Milano ambasciatori alla duchessa ed al Simonetta a suggerire essere unico mezzo di conservare lo stato ed impedire la caduta delle fortezze, il mantenere vive le fazioni e le divisioni intestine : a quest' oggetto ninna persona essere più acconcia che Ibleto Fieschi: essi dal loro canto si sarebbero dati a favorire le parti dei Fregosi.
      A Milano, dove dopo la rotta dell'esercito, ed attesa la difficoltà di rimetterne
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      assieme uno nuovo, già era venuta meno la speranza di conservare la Liguria, non si tardò a mettere in pratica il pernicioso consiglio della nobiltà. Ibleto Fieschi essendo stato cavato di prigione, promise tutto quello che si richiedeva da lui; ma giunto a Genova, in parte per odio contro quella signoria che per tanto tempo lo avea fatto languire nel fondo di una carcere, in parte rabbonito da una somma di denari che i reggitori di Genova gli somministrarono appena arrivalo, non che darsi cura di mantenere le sue promesse, parve dimenticarsi affatto della politica, intento solo a godersi con i suoi amici la libertà ricuperata ed i denari guadagnati con poca fatica. Allora la nobiltà vedendosi mancare i Fieschi, che per essere della medesima costa avrebbe più volentieri veduli entrare in campo i primi, si volse ai Fregosi.
      Giudicando inetto a promuovere e guidare le future commozioni Lodovico Fregoso che si trovava in città, entrò in segrete pratiche con Battisla Fregoso uomo più energico e per la riputazione di suo padre Piero di maggior seguito nella città. Battista accettato di buona voglia l'incarico, raccolta una compagnia di gente eletta, da Novi, dove allora si trovava, mosse verso la città.
      Questi maneggi non poterono esser tenuti tanto segreti che non venissero agli orecchi di Prospero e dei capitani di libertà; onde furono postate ai passi bande di soldati per impedire a Battista l'avvicinarsi. Ma questo corrotti i capitani delle genti che gli erano opposte, senza trovare ostacolo, entrò in Castelletto con i suoi. Di li discese nella vicina piazza di S. Francesco e vi fe' convenire quelli del suo partito, ai quali non fu difficile il persuadere di riconoscerlo come governatore del duca di Milano. Comunicati e discossi con essi i suoi disegni, ritornò nelle fortezze che pochi giorni dopo gli furono cedute dalla guarnigione affamata ed ornai disperante di ogni soccorso. Era stato stabilito che appena Battista sarebbe venato in possesso dei castelli, i numerosi partigiani dei Fregosi, radunati nelle case che questi avevano amplissime nel sobborgo di S. Tommaso, si sarebbero tenuti pronti a saltar fuori al tuonare di una bombarda che dovea essere sparata da Castelletto.
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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