Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
444 STOMI Agiunte alle navi genovesi alcune altre fornite dal Papa e dai Fiorentini, andò a raggiungere il Caracciolo nelle acque di Otranto.
Dopo la presa della città, Achmet se ne era partito, lasciando in suo luogo Ariadeno già governatore di Negroponte con un presidio di settemila Turchi. Udendo che una flotta ed un esercito cristiano stringevano d'assedio Otranto, Achmet già era ricomparso con un esercito di venticinque mila uomini alla Volona, e si teneva pronto a ripassare lo stretto, quando la notizia della morte di Maometto II accaduta il tre Maggio 1481, e la guerra civile scoppiata tra i figliuoli di lui, costrinsero Achmet a rinunziare ai suoi progetti di conquista sul regno di Napoli, ed a far retrocedere il suo esercito in soccorso di Baiezette. Ariadeno rimasto così diviso dai suoi e circondato da nemici per mare e per terra, dopo essersi difeso coraggiosamente per lo spazio di quattro mesi, alla fine il IO agosto dello stesso anno rese la città al duca di Calabria a patti onorevoli.
Paolo Fregoso, o per comandamento del papa che solo pel timore di un pericolo imminente si era indotto a riunire per qualche tempo le proprie armi a quelle di Ferdinando, o di proprio arbitrio, pel desiderio che aveva di andare a suscitar nuovi disordini nella propria patria, staccatosi dalla flotta dei collegati, si ritirò con la sua squadra a Civitavecchia. Aveva il Duca di Calabria insieme con gli altri concepito il pensiero di occupare Volona, onde torre ai Turchi la comodità di quel porto così acconcio alle spedizioni che ancora potevano dirigere contro il regno, e quantunque dopo la espugnazione di Otranto gli fossero giunte altre quaranta navi, venti Spa-gnuole e venti portoghesi, nonostante non volle tentare P impresa senza la squadra genovese.» L' ambasciatore napolitano spedito a questo fine a Civitavecchia , non potè in alcun modo indurre il Fregoso a ricondurre indietro la flotta. Il papa stesso che si era portato appositamente a Gaeta per assistere a questo conferenze vi si dimostrava come arbitro indifferente.
Allegava il Fregoso a scusa di questa sua risoluzione il cattivo stato in cui si trovava la flotta, la pestilenza che già cominciava a serpeggiare fra le ciurme, infine la mancanza totale di danaro, mentre almeno quarantamila ducati d' oro gli sarebbero stati necessari per rimettere le navi in punto di salpare. Rincalzava queste ragioni con più ardito parlare Giuliano Stella uno dei capitani delle galere. Si lagnò della invidia dei collegati che ad onta del desiderio vivissimo mostratone dai Genovesi, avean impedito a questi
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (464/637)
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