Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
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rmento dell'esercito stesso cagionato dal moltiplicarsi incessante delle malattie, non permettendo per allora di spingere la guerra con vigore, si diè luogo a pensieri di pace, tanto più che anche a Genova il magistrato di S. Giorgio stanco di una guerra dispendiosa vi sembrava inclinato. Pertanto la Repubblica avendo apparecchiala una ambasceria affine di salutare P avvenimento al soglio Pontificio di Innocenzo Vili appartenente alla famiglia Cybo genovese, e successo a Sisto IV, le affidò l'incarico di trattare nel-P istesso tempo un componimento coi Fiorentini (1485).
Oltre al papa si era offerto mediatore di questa pace Lodovico il Moro, il quale a forza di astuzie e di violenze era riuscito finalmente a sostituirsi nella reggenza del ducato di Milano e nella tutela di Giovan Galeazzo Sforza alla duchessa Bona, dopo avere immolato alla sua vendetta ed al suo risentimento il fidato ed antico ministro Cecco Simonetta, facendolo' decapitare nel Castello di Pavia il 30 ottobre 1480. Andando in lungo le trattative della pace, gli ambasciatori Genovesi abbandonarono Roma, lasciando in loro luogo Lazzaro Doria, affinchè concludesse definitivamente l'accordo.
Erano le proposte dei due mediatori sopranominati; che i Fiorentini ritenessero Pietrasanta come più attigua ai loro dominii, con l'obbligo di rinunziare a tutte le loro ragioni sopra Sarzana e la fortezza di Sarzanello in favore dei Genovesi. L'unica differenza che impedisse, per allora quell'accordo, era una domanda dei Fiorentini, i quali esigevano la restituzione del prezzo pagato al Fregoso nella compera delle due fortezze. Nonostante questo disaccordo essendo di poco momento e sembrando facile ad essere appianato, le ostilità furono intermesse in Lunigiana, donde i Fiorentini ritrassero le loro truppe per servirsene in una nuova guerra insorta tra ' Innocenzo Vili ed il re Ferdinando di Napoli, a cui essi presero parte in favore dell'ultimo. 11 13 Agosto 1486 essendosi in Roma conclusa la pace tra il Pontefice, il re di Napoli, ed i suoi baroni, furono riprese le trattative per la conciliazione degli affari di Lunigiana. Ma la ostinazione dei Fiorentini da un lato e la gelosia dei Genovesi dall'altro ricondussero un altra volta le cose alla guerra. Imperocché questi vedendo la subita amicizia contratta tra Lorenzo De Medici ed il Papa, il quale univa poco dopo Franceschelto Cybo suo figlio in matrimonio con una figlia del signore di Firenze, si insospettirono che Innocenzo non volesse in queste pratiche di pace essere troppo parziale ai loro avversarli, tanto più che il pontefice
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (469/637)
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