Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
450 s i o ii i \a quest' oggetto un magistrato con amplissima balia di provvedere non pure alle cose riguardanti l'Ufficio, ma anche a quelle che interessano la retta amministrazione della Repubblica. Uno dei primi atti di questa Balia fu di porre in accusa e fare arrestare Tommasino il suscitatore dei moti di Corsica. Questo procedere dimostrava un troppo manifesto dispregio del partilo che allora era al potere e della autorità del doge, perchè Gian Paolo e Fregosino potessero sottomettervisi in silenzio. Pochi giorni dopo Angiolo Grimaldi, uno dei dieci di Balia che avea parlato più degli altri calorosamente contro Tommasino, fu assalito di notte tempo dagli sgherri del cardinale e di suo figlio, e lasciato in terra semivivo con molte mortali ferite. Non molto tempo innanzi Tobia Lomellino, per alcune offese che un Ballista Fregoso avea creduto riceverne, era nell' istesso modo pubblicamente stato ucciso.
Queste violenze non potevano fare a meno di indisporre contro i Fregosi gli animi già per 1' avanti poco benevoli dei cittadini, e coloro che le commettevano, sapevano benissimo per recenti ed antiche esperienze, di quanto pericolo fosse per i reggitori di una Repubblica così pronta alle rivoluzioni come quella di Genova, r avere contro di sè la pubblica opinione.
Pertanto, conoscendo gli umori che bollivano, il cardinale piultostocbè cercare di consolidarsi mutando condotta e procacciandosi favore, credè più espediente il ricorrere agli appoggi stranieri: malvagio consiglio che prima le discordie aveano quasi reso necessario, poscia le ambizioni dei faziosi fatto passare in abitudine.
Già da qualche tempo bodovico Sforza, in cui allora si era ridotta tutta 1' autorità del ducato di Milano, ansioso di estendere la sua potenza e di seguitare le tradizioni della sua casa, avendo notizia di ciò che seguiva io Genova, avea proposto al Fregoso di cedergli il dominio della repubblica, ma questi vi si era sempre ricusato, finché ora il timore di uno scoppio lo fe' entrare a questo proposito in trattative col Moro. Si indusse più facilmente il Cardinale a tenere questa via, in quantoché molti cittadini a cui era più cara la signoria forestiera che F anarchia e la tirannide domestica vi consentivano.
Pertanto (1488) per ambasciadori mandati appositamente a Milano, fu stabilito che Lodovico Sforza occuperebbe la signoria della Città a quelle medesime condizioni con cui F avean tenuta i di lui predecessori : che per
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (476/637)
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