Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      di cosi grande adunata di partigiani e soldati forestieri ; pensasse bene Ibleto a quello che stava per fare: piuttosto se egli non era contento delle convenzioni precedentemente stabilite col doge, andasse a Genova dove le cose sarebbero state accomodate air amichevole. Ibleto senza scomporsi rispose al messaggio: non avere esso alcuna cattiva intenzione di far novità. I soldati forestieri che allora si trovava dattorno essere antichi commilitoni che profittavano dello stato presente di pace in Italia onde fargli una visita: che però ove dassero sospetto se ne sarebbe spacciato: il giorno venturo sarebbe stato a cena con S. S. Reverendissima, nella qual circostanza sperava che ogni mala intelligenza sarebbe stata dissipata.
      Licenziato il messaggio, Ibleto credè di non dovere più oltre differire, e lo stesso giorno in sulla sera dopo avere spediti secreti nunzi agli altri congiurati affinchè si affrettassero a venire, con meno di cento soldati sorprese la porta delle Capre presso S. Stefano dove si afforzò.
      Il Cardinale appena gli fu riferita la cosa, avrebbe voluto, e sarebbe stato meglio per esso, andare ad assaltare i nemici, ma temendo che già annottando non gli fosse teso tra le tenebre qualche agguato, e porgendo orec-• chio a coloro che essendogli falsi amici Io consigliavano ad attendere il di venturo, nel quale non sarebbe stato difficile l' ammansire il Fieschi eoo le trattative, lasciò che i nemici si fortificassero nei luoghi occupati e si limitò a guardare il palagio.
      Nella notte soppravvenne Battista Fregoso; sopravvenivano Agostino e Giovanni Adorno. Il giorno veniente il cardinale spediva Piero Soardo ambasciatore del duca di Milano a trattare l'accordo con i suoi nemici, i quali trassero in lungo finché non fu giunto Gian Luigi Fieschi con una banda numerosa di montanari. Allora dismesse le trattative i faziosi occuparono la piazza Sarzano, donde per la piazza dei Salvaghi e quella dei Giustiniani si diressero verso il palazzo. Correva avanti di tutti inferocito Battista Fregoso cupido di sfogare la sua vendetta nel sangue del zio, e forse sarebbe pervenuto a soddisfare il suo mal talento, se Paolo D'Oria amico della soa famiglia e però anzioso di impedire un sì grave scandalo, non avesse arrestato per qualche tempo con artificiose proposte gli assalitori.
      Intanto Paolo spaventato dall' irrompere minaccioso dei suoi nemici, non sentendosi sufficientemente munito di forze, si ritrasse più che di passo nelle fortezze, ed abbandonò il palagio che fu ben tosto invaso e saccheggiato dalla turba sopravveniente.
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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