Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      460 STORIALuduvico il Moro non tardava pertanto a spedire in Liguria Gian Francesco conte di Caiazzo figlio di Roberto da Sanseverino con buon numero di fanti e di cavalli. Sperava il Moro che come protettore o mediatore, nello stato in cui si trovavano le cose, egli avrebbe raccolto il frutto delle altrui discordie. Si arrestavano le genti ducali a Novi, mentre ambasciatori Milanesi vennero in Genova per trattare una composizione fra le parti.
      Varie furono le proposte e le opinioni. Alcuni avrebbero voluto consti-tuire una Repubblica libera, altri aspettare una risposta di Francia. Un progetto che non dispiaceva ai commissari ducali era di dividere il territorio della Liguria in due Provincie : la riviera di ponente con Savona per capitale sarebbe toccata agli Adorni, Genova e la riviera di levante ai Fregosi. Per buona sorte questa proposta nella quale V unità e F indipendeoza della Repubblica correvano tanto pericolo, non fu accettata dalle parti che se ne dovevano vantaggiare,- e gli artifici di Lodovico per dividere lo stato e privare di ogni autorità i Fieschi che aveva a noia riuscirono vani.
      Un altro grande ostacolo alla conclusione di un accordo in cui tutti convenissero, era Battista Fregoso, che essendo stato altra volta cacciato a forza .dal soglio ducale, credeva pervenirgli di diritto l'autorità, nè del poco certamente si sarebbe voluto contentare. Nonostante poiché Battista era poco ben visto da lutti gli altri, cosi trovarono modo di sbarazzarsene. Invitato a prender parte ad un consiglio dove si trovavano i due Adorni ed i due Fieschi, fu improvvisamente arrestato dai suoi amici del giorno innanzi,e fatto imbarcare con segretezza e celerità sopra una nave che lo ricondusse a Frejus luogo di sua rilegazione, donde l'ambizione e la bramosia di vendetta lo aveano fatto dipartire poche settimane innanzi. Tolto questo ostacolo, gli altri si accomodarono più facilmente.
      Fu stabilito, che Agostino Adorno amministrasse l'autorità suprema col titolo di governatore ducale per lo spazio di dieci anni; ai Fieschi fossero conservati tutti gli onori e privilegi che prima godevano, insieme con l'influenza acquistata neir amministrazione delle cose pubbliche. Cosi mercè le accorte manovre di Lodovico Sforza, la Repubblica si assoggettava nuovamente al dominio altrui, ed il Moro prendeva a governarla a nome di Giovan Galeazzo il quale di principe non conservava che il titolo.
      Il Cardinale Paolo avrebbe voluto veramente che nei patti stipulati in questo trattato si avesse avuto più riguardo ai suoi interessi, ma essendo
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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