Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA 463
sticro un dominio di uno stato italiano sopra un altro, imperocché nella maniera di vedere d'allora, la signoria di Francia odi Milano era considerata sotto il medesimo punto di vista, con tanta maggior ragione, inquantoché gli effetti che ne risentivano coloro che subivano 1' azione esteriore erano gli stessi.
Infatti; quel che formava il carattere, la forza e la vita civile dei Municipi Italiani sorti dal medio evo, era nell'interno la libertà, ed all'esterno la indipendenza: tolti questi due mobili primi e sostanziali, gli stati intristirono come alberi a cui furono mozze le radici, ai quali, poiché han logorato quel po' di sucoo interiore che gli avanza dalla prisca vegetazione, è
forza morire. Questo deterioramento degli elementi primitivi in cui era posta
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la forza dei diversi stati italiani, fu cagione che essi si trovarono impotenti a respingere F invasione straniera che dovea fra poco porre completamente a soqquadro tutta F Italia. Perchè i principati essendo recenti, mal fermi, e poco vasti, si trovavano inetti a far argine; le Repubbliche, avendo già sacrificata la libertà e qualche volta anche F indipendenza allo spirito di parte, si erano troppo allontanate dalla loro primitiva constiluzione per tener fermo al crollo del turbine oltramontano.
Quantunque la condizione intiera della città, dopo il termine delle turbolenze passate fosse andata sensibilmente migliorando, nonostante le tabulazioni non erano cessate completamente. Coloro del partito degli Adorni quasi non volesser restare al disotto su questo punto, alle intemperanze commesse dalla fazione contraria dei Fregosi mentre questi erano al governo, misero sossopra la città con le loro insolenze. Tollerati se non protetti dal governatore Agostino, che non osava por freno a coloro da cui riconosceva la sua fortuna presente, i faziosi non si facevano alcun scrupolo di ferire, ammazzare, usar violenze di ogni genere, contro quelli che erano o di partito contrario o che in qualche modo aveano provocato lo sdegno e la rapacità dei sediziosi. Questi esempi di insubordinazione cittadina, trovavano facilmente anche al di fuori coloro che gli imitavano in special modo tra i signori feudatari, nei quali con P indebolimento prodotto dai disordini trascorsi, era venuto meno il timore ed il rispetto verso P autorità delle Leggi.
In fatti (1489) una Conlessa di Tenda, avendo alcune cause di sdegno contro il signore di Pietra-Lata vassallo della Repubblica?, senza curarsi
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (483/637)
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