Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
4C4 STORIAio alcun modo di questa circostanza, andò con i suoi a porre I*assedio al castello. Mandò subito il Signore di Pietra-Lata a Genova a narrare il tatto e chiedere aiuto, ma ai di lui reclami non fu dato ascolto, imperocché lo stesso Agostino avesse menata in moglie una figlia della contessa di Tenda. I cittadini mormoravano di questa condiscendenza che poteva tornare in appresso molto perniciosa, si lamentavano di tutte le insolenze dei faziosi, e forse le cose avrebbero preso un aspetto più serio, senza gli assidui buoni uffici ed i modi onesti e concilianti di Corradolo Stanga Commissario ducale, mandato forse a bella posta da Ludovico per smorzare tutti gli umori maligni che potevano nascere da un momento all'altro. Lo Stanga essendo dimorato per qualche tempo in Genova, avea conosciuto benissimo l'umore facilmente irritabile dei suoi cittadini ; però mentre da un lato con piacevoli modi cercava di sopire le ire col guadagnarsi gli animi di tutti, dall' altro riduceva a dovere con savi consigli gli Adorni rappresentando loro quanto fosse pericoloso in quei primi momenti il trascendere i limiti della moderazione, specialmente con tanti nemici che stavano spiando ogni occasione di profittare degli errori commessi dal nuovo governo.
Essendo cosi Corradolo riuscito ad insinuarsi negli animi dell'universale, quantunque trovasse sul principio I' opinione mal disposta, potè, secondo i desiderii di Lodovico il Moro, indurre i Genovesi a deporre lo sdegno concepito contro i Fiorentini nella guerra di Lunigiana, facendo loro accettare una "tregua di tre mesi, che dopo essere stata rinnovata varie volte a richiesta del Moro fu conclusa finalmente per un anno.
I buoni ufficii dello Stanga non erano giunti però a rendere grandemente accetto il governatore Agostino Adorno, nè a far dimenticare i trascorsi suoi e le insolenze dei parenti. I nobili ed i ricchi gli erano specialmente avversi. Per riacquistare un favore senza di cui conosceva l'Adorno di non potere mantenere l'autorità, pensò di tor via ( 4490) una tassa la quale gravando sui beni mobili ugnalmente che sugli immobili, veniva a colpire più particolarmente i possedenti di terre e di capitali. Questo progetto proposto in Senato, suscitò contro ogni espettativa dell'Adorno tempestose di-
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epute, come pure in mezzo alla plebe. Questa più che altro ne era indispettita. 1 di lei caporioni, non osando in pubblico, tennero segrete conventicole, nelle quali coloro che prendevano la parola si sforzavano dimostrare come V attuazione del nnovo progetto sarebbe completamente tornato in svantaggio
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (484/637)
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