Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
400 STORI \falte per onorare la presenza di illustri personaggi o la celebrazione di matrimoni ugualmente illustri. In queste circostanze, nobili, ricchi, magistrati facevano a gara a chi più spendea, o donava, od ostentava: la celebrità che i loro padri aveano acquistata combattendo e colonizzando, essi volevano mantenerla con i conviti ed i festini.
Di tutte queste allegrie quelli che realmente se ne vantaggiavano erano i reggitori di Milano, ed i loro sostituti di Genova, imperocché è certo che finché gli uomini intendono a divertirsi, essi tengon lontano più che possono i pensieri utili e serii. Le prime feste furono per Isabella figlia di Alfonso duca di Calabria la quale da Napoli andava a Milano in isposa al duca Gian Galeazzo. Infelice matrimonio, che mentre dovea restringere le due estreme e più potenti provincie d'Italia, non fece altro che affrettarne la rottura e preparare con ciò l'invasione straniera, e lutti gli altri mali che fin d'allora cominciarono a disertare il bel paese. Poscia seguitarono le nozze di Gio-. vanni Adorno con Leonora figlia di Giovau Francesco Sanseverino. Le feste fatte in questa circostanza furoro sontuosissime e quali non si vedevano allora che in Italia come nella provincia più florida e più ricca di tutte le altre d'Europa. Tutti i principali cittadini, i magistrati, i corpi delle arti, regalarono agli sposi una quanlita di vasi d'argento, molti paesi della riviera non volendo esser da meno, gareggiarono con essi nella ricchezza dei presenti; in piazza Sarzano si facevano erigere avanti e dentro il palazzo ducale, giuochi e solazzi d' ogni maniera usata a quei tempi, tantoché (come dice uno storico) queste nozze furon giudicate regie. Le feste che ebbero luogo in occasione della venuta di Beatrice moglie di Ludovico il Moro, e poscia in quella del duca di Ferrara non furono punto minori di splendore e di pubblici divertimenti. In mezzo a queste gioie si mescolavano scene miserande di atroci sventure causate da un lato dalla intolleranza religiosa e dall'altro favorite dalla superstizione.
Dacché Sisto IV sedici anni avanti, volendo forse far dimenticare i delitti fattigli commettere dall' ambizione con gli eccessi consumati a nome della religione, ebbe introdotta in Ispagna la inquisizione, Mori e Giudei furon perseguitati, cacciati, manomessi con una ferocia incredibile. Nello spazio di quattro anni i tribunali ecclesiastici di Casliglia aveano condannato al fuocodue mila persoue; altrettante e più erano perite nelle prigioni. Per questa
\ceca ed insensata rabbia» gran parte dell'industria e dette ricchezze della
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (486/637)
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