Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      Le sue intenzioni erano di non attendere la guerra in casa ma di stornarla con gli eserciti e con la flotta dai confini del regno. In una dieta tenuta il 43 Luglio a Yicovaro presso Tivoli, Alfonso riusci con la sua eloquenza
      ¦sa fare entrare i suoi alleati, il papa ed i Fiorentini, nei suoi progetti. Quivi fu deciso, che mentre una parte dell' esercito sotto il comando di Ferdinando duca di Calabria figlio di Alfonso si sarebbe spinto ai confini della Romagna onde tórre con le armi e con la rivoluzione la Lombardia al Moro, Don Federigo fratello del rč con la fiotta si sarebbe arrecato su Genova, per vedere di rapire con un colpo di mano questa importante posizione ai Francesi e distruggere ivi la flotta che si stava apparecchiando, avanti che si fosse riunita alla francese la quale si armava nei porti di Marsiglia e di Villa-franca.
      Incoraggiavano questi progetti le esibizioni del vecchio cardinale Paolo Fregoso, il quale essendo presente alla dieta di Vicovaro, con quella irrequieta energia che nč l'etą nč i rovesci aveano resa minore o pił cauta, non potendo star fermo mentre tutto si commoveva intorno a lui, avea promesso il suo aiuto e quello di un altro famoso agitatore, Ibleto Fieschi, onde tórre Genova agli Adorni ed ai Milanesi e renderla cosģ uno strumento utilissimo alle mire dei collegati.
      Queste offerte erano troppo lusinghiere per non essere accettate; per il che Don Federigo avendo preso a bordo gli esuli genovesi con cinquemila fanti raccolti in Toscana, parli con la flotta da Livorno indirizzandosi verso la riviera di Levante. A Genova questi disegni dei collegati non erano perņ nascosti; Giuliano della Rovere cardinale di S. Pietro in Vinculis, nemico mortale di Alessandro VI, essendo fuggito da Ostia che aveva occupata e giunto a Savona sua patria per passare di lą in Francia al re, rivelņ lo stato delle cose a Corradolo Stanga e Giovanni Adorno che erano andati ad onorarlo.
      Saputosi per questo mezzo ben presto il pericolo che minacciava la Liguria in Francia ed a Milano, furono subito inviati a Genova per ordine del re tremila Svizzeri, ed altrettanti soldati di Lombardia da Lodovico.
      Nella cittą intanto l'impressione morale destata dalle notizie recenti, ed il movimento dei preparativi della flotta e quelli pel ricevimento del re, il quale non essendosi ancora deciso della via che avrebbe tenuto, faceva credere che quivi sarebbe venuto ad imbarcarsi, erano grandi. I palazzi Spinola e Doria si addobbavano magnificamente per ricevere il regio ospite e la sua
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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