Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
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STORIAIntanto a Genova essendo giunta la nuova della comparsa della flotta nemica sulle coste della Liguria, quantunque non tutte le navi che si stavano armando fossero in pronto per salpare, fu deciso di andare a trovare la flotta napoletana. La squadra Franco-genovese in numero di undici navi
egrosse, dodici galeoni e venti galere sulle quali stavano Gian Maria San-severino e Giovanni Adorno, si indirizzò alla volta di Portovenere, dove non fu attésa da Don Federico, il quale stimando se inferiore di forze e gli animi dei soldati e dei marinai inviliti per il recente infortunio, ritornò a Livorno per racconciare i danni sofferti. A Genova si ripresero con maggior ardore i lavori per l'equipaggiamento completo della flotta, tanto più che già vi era giunta la notizia, che il re traversate con l'esercito le Alpi pel monte Ginevra era disceso in Piemonle.
Per i soli trasporti furono requisite tutte le navi mercantili, una sola eccettuata, che si trovavano nel porto. I negozianti che vedevano per questo, in-cagliato il loro commercio, non dovevano essere molto soddisfatti di tali misure; ma sendochè il signore di Milano ordinasse e pagasse, e la vanguardia di un esercito fortissimo fosse lì per sostenerlo, ò certo che la ragione privata dovea cedere ad una ragione pubblica di qnesta forza.
Don Federigo non stette inerte per lungo tempo : racconcie le navi e rifatto di forze, con nuove genti assoldate nel contado di Pisa tornò un* altra volta a ritentare la sorte in Liguria. Entrato nel golfo di Rapallo, occupò senza ostacolo la terra con quattromila soldati, i quali estesero le loro scorrerie fino a Recco. La notizia di questo nuovo sbarco si riseppe a Genova rapidamente, per mezzo di fuochi telegrafici che fino dalla prima discesa erano stati disposti a questo oggetto sulle cime dei monti che sovrastano al mare. Colla stessa previdenza tutti i luoghi muniti lungo la riviera furono rinforzati di guarnigione. Essendosi tanto i capitani delli Sforza che il Duca d'Orleans e gli Adorni trovati d'accordo sulla necessità di sloggiare, i Napoletani dalla riviera avanti che le influenze dei fuorusciti e specialmente d'Ibleto Fieschi avessero sollevati i montanari e gli abitanti dei siti circonvicini, la flotta salpò subito da Genova, nel medesimo tempo che due compagnie di veterani lombardi con uno squadrone di cavalleria e la guardia ducale pigliavano la via di terra.
La distanza da Rapallo a Genova essendo pressoché di venti miglia, lasquadra e la truppa arrivarono nell'istesso tempo davanti la terra occu-
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pala dai Napoletani.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (494/637)
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