Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
470 S T 0 IH Arono tagliati a pezzi ; quasi tutti gli altri essendo caduti nelle mani dei montanari, nei quali poteva più 1' amore della preda che lo spirilo delle parti, forono presi e svaligiati.
Fra i prigionieri si contavano molti personaggi distinti fra i quali Giulio Orsini, il figlio del cardinale, Fregosino, ed Orlando Fregoso; Ibleto Fieschi scampò appena. Essendosi inerpicato sui monti che sovrastano a Rapallo, fu per tre volte arrestato da quei montanari, e spogliato dei rustici abiti, che altri più benevoli gli avevano forniti. Non per questo venne meno in lui la costanza ed il buon umore; perchè rivoltosi ad Orlandino suo figliogiovinetto che lo aveva seguito in questa fuga e subite le stesse vicende,
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gli disse: « andiamo mio caro figlio, contentiamoci ormai delle vesli del nostro primo padre, perchè altrimenti la cosa non avrebbe più fine. »
Gli Svizzeri ed i soldati oltramontani usarono della vittoria di Rapallo ferocemente. Allora per la prima volta gli Italiani si accorsero quanto il nuovo metodo di guerra usato dai soldati forestieri, fosse diverso dagli incruenti combattimenti che più a modo di giostre che di battaglie i condottieri aveano introdotto nelle guerre della penisola. La terra conquistata,
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invasa dagli Svizzeri fu saccheggiata con feroce barbarie ; tutti quelli che capitavano loro alle mani, fino cinquanta malati che giacevano iu uno spedale, furono trucidati dagli oltramontani.
La sventura toccala a quei di Rapallo suscitò a Genova una indignazione generale, tanto più che gli animi non erano ben disposti da una parte come dall'altra; perchè i Francesi per antico uso diffidavano degli Italiani, e questi non potevano tollerare F alterigia e le prepotenze galliche. In questa disposizione di animi, la più piccola favilla poteva suscitare un'incendio. Infatti uno di Rapallo essendo in quei giorni capitato in Genova dove alcuni soldati svizzeri vendevano il bollino fatto, riconoscendo alcuni oggetti che gli appartenevano, pretendeva che gli fossero restituiti. Avendo i soldati negato di farlo, ed alcuni cittadini presa parte per quel di Rapallo, ne seguitò in breve un alterco, onde per la città corse voce che gli Svizzeri tagliavano a pezzi i Genovesi. Non ci voleva di più per mettere a rumore tutta Genova: in un momento i più calorosi presero le armi; le botteghe si chiusero, e si cominciò a dare addossò agli Svizzeri sparsi perle contrade. N' erano già stali uccisi da venti, e forse in quel giorno Genova slava per avere anche essa i suoi Vespri, se Giovanni Adorno, accorso al
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (496/637)
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