Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      484 s tohi apoi T essersi il re fatto amico e preso al suo servizio con cento lance Gian Jacopo Trivulzio proscritto dal Moro come ribelle e suo nemico personale; infine non erano minori cause di disgusto, P amicizia dimostrata dal re al Cardinale Fregoso ed Ibleto Fieschi, i quali macchinavano del continuo di cacciare di Genova gli Adorni ed i Milanesi, ed il ritardo a consegnare il principato di Taranto che il monarca francese avea promesso al principe italiano come premio dell' attaccamento dimostrato alla di lui causa e dei servigi prestati all' esercito. In conseguenza di queste disposizioni, dopo lunghe e secretissime conferenze, il 31 Marzo 1495, fu conclusa una lega offensiva e difensiva contro Carlo Vili re di Francia alla tutela della indipendenza d'Italia, fra il Pontefice Alessandro VI, Massimiliano imperatore di Germania, Ferdinando ed Isabella re di Spagna, Lo-dovico Sforza duca di Milano ed i Veneziani.
      I Fiorentini, diffidando più dei collegati che del re, da cui speravano pacificamente la restituzione delle loro fortezze, per quante premare loro fossero fatte ricusarono di entrare in questa lega.
      Gli articoli segreti di essa dimostravano manifestamente l'intenzione dei collegati di cacciare al tutto i Francesi d'Italia. Infatti ciascuno degli alleati si obbligava a fornire un contingente atto a mettere in piede un esercito di quarantamila uomini ; una flotta spagnuola doveva aiutare Ferdinando II a ricuperare il trono di Napoli ; un' altra dei Veneziani dovea cooperare alla medesima impresa, mentre P esercito del Moro assalirebbe il duca d'Orleans in Asti, e Massimiliano di Germania e Ferdinando di Spagna invaderebbero la Francia, l'uno a settentrione, l'altro a mezzogiorno.
      II re che assorbito dalle cure e dai piaceri fornitigli dal nuovo regno non avea sul principio voluto prestar fede alle voci che correvano su questa lega, ed a ciò che gliene scriveva da Venezia il suo ambasciatore Filippo di Comines, quando gliene arrivavano novelle più certe e sicure, rimase insieme con i principali dell' esercito colpito da grave timore. Tutti videro la necessità di ritornare in Francia avanti che la lega avesse il tempo di rendere la cosa impossibile.
      Pertanto Carlo il 20 maggio partiva da Napoli con una parte dell'esercito lasciando l'altro alla difesa del regno, imperocché sulla fedeltà dei suoi sudditi, (ai quali invece di conciliarseli si era fatto esoso) non poteva contare, e camminando con non troppa fretta giungeva nel giugno a Pisa, donde
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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