Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
488 STORIAFieschi e dallo stesso governatore Giovanni Adorno. Le barche, come più agili, essendo giunte più presto, esposero i soldati a terra che ancora non era giorno. Il Fieschi e l' Adorno andavano diffilati ad attaccare i ridotti. Il Miolans e le genti delle Ravi udendo dal rumore che si faceva a terra che in Rapallo si menava le mani, credendo che il pericolo fosse solo da quella banda scesero la maggior, parte in aiuto dei suoi. Poco dopo entrava nel golfo la squadra genovese la quale trovando le navi nemiche pressoché abbandonate, le catturava tutte con quasi niuna resistenza, mentre quelli di terra sopraffatti del caso impensato e dall' impeto dei Genovesi si arrendevano anche essi. Codesta sconfitta toccavano i Francesi in quella istessa terra dove otto mesi innanzi le loro armi aveano ottenuto il primo successo contaminato da una strage barbara ed inutile. L'istesso ammiraglio signor di Miolans essendo stato fatto prigione sulla sua capitana da Obietto di Levanto mentre pattuiva per diecimila ducali il suo riscatto ed offriva in pegno la propria argenteria, purché quel di Levanto lo traghettasse tosto in Provenza, soprappreso dalle altre navi che lo circondavano non potò • scampare.
La vittoria di Rapallo ebbe conseguenze più importanti che gli autori stessi della spedizione non si eran forse ripromessi. Giacche Vitellozzo Vitelli udito il caso si affrettò a tornarsene indietro e porsi in sicuro, e l'esercito accampato sotto Albaro, preso da panico terrore, caricate io fretta le robe e levate le tende, traversò in sembianza di fuggitivo i monti che separano il Bisagno dalla Polcevera, e su per la valle di questo fiume andò ritirandosi. Avrebbero voluto i Genovesi saltar fuori e dare alle spalle dei nemici, ma Y Adorno e gli altri sospettando che non ne avesse a succedere qualche guaio, frenarono questo entusiasmo e contennero le genti dentro le mura.
La liberazione rapida ed insperata della Repubblica dai nemici che la minacciavano, 1$ preda ricchissima riportata dalla vittoria di Rapallo, aveano destata in Genova una gioia vivissima, che fu maggiormente aumentata da una ambasceria napoletana con cui il re Ferdinando II annunziava la ricuperazione di Napoli e di gran parte del regno.
Infatti l'Aragonese quasi, contemporaneamente alla partenza di Carlo Vili era disceso nella Calabria cbe avea dovuto ben presto sgombrare dopo la rotta datagli dall' Aubigni a Seminar a. Non perduto però di coraggio per
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (508/637)
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