Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
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questo rovescio compariva poco dopo nel golfo di Napoli con una flotta di ottanta vascelli, e deluso il Montpensier, a cui Carlo avea affidata la somma delle cose di Napoli, con un finto attacco era penetrato dal porto in città fra le acclamazioni del popolo (7 luglio 1495). Sul finire di quest'anno, Castel Nuovo e Castel dell'Uovo, in coi si erano ridotti i residui della guarnigione francese, non soccorsi a cagione della molle trascuratezza di Carlo, venivano anche essi in potere di Ferdinando.
Nella Italia superiore la fortuna di Francia avrebbe potuto risorgere, se ella si fosse trovata fra le mani di un principe più fermo e di guerrieri meno intolleranti. V esercito della lega e quello oltramontano si erano affrontati sul Varo a Fornovo, con poca gloria delle genti veneziane e lombarde le quali essendo in numero di quarantamila contro novemila, non erano riuscite ad arrestare la marcia dell' esercito francese. Perseguitato da vicino dalle genti della lega, Carlo giungeva finalmente entro le sicure mura di Asti, dove fra gli allettamenti degli spassi e le lusinghe dell'amore dimenticava totalmente i suoi sogni di gloria, le pericolanti conquiste e gli ardenti voti delle sue genti stesse che noiate della lunga lontananza dalla patria anelavano al ritorno. Invano intanto il duca d'Or-leans assediato in Novara dall'esercito lombardo, reclamava soccorsi; rifinito di forze e di viveri era costretto ad abbandonare questa città di cui avea sperato farsi scala a montare al trono di Lombardia. Dopo la perdita di Novara, Carlo avrebbe potuto ancora far tremare i suoi nemici se si fosse posto alla testa di ventimila svizzeri, che il Bali di Digione con la speranza di grosse paghe avea indotti a militare sotto le bandiere di Francia: il sospetto e l'impazienza non fecero profittare di questa risorsa, e si venne agli accordi.
Il IO Ottobre un trattato di pace era concluso a Vercelli tra Carlo Vili re di Francia, e Lodovico il Moro duca di Milano. Oltre agli altri articoli stabiliti dalle due parti a sicurezza e vantaggio scambievole, fu convenuto che a Lodovico rimanesse la signoria di Genova purché la riconoscesse in feudo dalla Francia. Potesse a sua posta il re armare nel porto di Genova
squante navi gli fossero necessarie per seguitare l'impresa di Napoli, pagando i noli delle navi e le spese degli armamenti. Fosse restituita ai Genovesi la Spezia, e questi liberassero il Miolans con gli altri prigioni, e rendessero le galere prese a Rapallo insieme con quelle sequestrate tnte-
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (509/637)
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