Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      496 STORIATestiti di seta e molti altri di scarlatto ne accompagnavano il corteggio. Volle però il duca schivare quelle pompe atte ad eccitare maggiore invidia ed a ridestare troppo fortemente V imagine della presente servitù. Bicnsò di entrare sotto il baldacchino, nò acconsentì che gli anziani ne reggessero le aste: ma si avanzò tra la folla a cavallo col capo scoperto, quasi volesse con ciò rendere omaggio alla dignità dei magistrati ed alla maestà della Repubblica. Con i preti si mostrò deferente e benevolo :. ricevè la benedizione dell' Arcivescovo, visitò le chiese, instituì cinque messe quotidiane perpetue da celebrarsi all'altare di S. Giovan Battista. Verso tutti gli altri cittadini era cortese ed affabile : visitava le casè, visitava le ville, si ingegnava di far dimenticare con la grazia 1' autorità.
      Neil' istesso tempo non trascurava le precauzioni che potevano contribuire a consolidare questa ultima. Si era fatto restituire nell' anno precedente la fortezza di Castelletto che conforme agli ultimi accordi era rimasto come pegno nelle mani del duca di Ferrara; mentre ritoglieva la carica di Commissario ducale a Corradolo Stanga, troppo bene affetto universalmente ai cittadini per non dare ombra ad un uomo cosi sospettoso come il Moro. Nonostante fu questa una imprudente misura; perchè, come l'abilità di Corradolo era stata cagione in gran parte della lunga durata della signoria di Lodovico in Genova, cosi i soli buoni ufficii di quello avrebbero potuto mantenere in fede la Repubblica nelle perigliose circostanze che pendevano imminenti.
      Infatti una nuova procella si andava addensando sull' orizzonte dalla parte di Francia. Nell'Aprile 1498 Carlo Vili era morto e gli era successo il duca di Orleans sotto il nome di Luigi XII. Costui che fino dal tempo in cui era semplice governatore di Asti si era adoperalo ad impadronirsi dei ducato di Milano e che odiava personalmente il Moro, si era prefisso appena salito al trono la conquista della Lombardia. A questo proposito il re avea cercato l'amicizia dei Veneziani e concluso con essi a Blois, 15
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      Aprile 1499, un trattato d'alleanza, con cui si decideva la ruina di Lo-dovico e la divisione tra i due Stati, del ducato di Milano. Appena il Moro ne ebbe avviso, ricercò subito i soccorsi dell' imperatore Massimiliano suo genero, quelli del duca di Ferrara, di Federigo re di Napoli successo a Ferdinando II, ma invano; perché la paura di Francia e le minaccio dei Veneziani, facevano che tutti fossero solo propensi alla propria salvezza.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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