Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
502 STORIAMa quando le fazioni evocarono le signorie straniere, i nobili si dettero a favorirle per proprio conto ; nò questa volta i loro maneggi tornarono totalmente invano. Infatti, ai dominatori stranieri, tuttociò cbe sapeva di libertà popolari, di garanzie, di costituzioni moderatrici della loro autorità, doveva tornare esoso ; onde erano spinti naturalmente ad accarezzare usa classe cbe aveva radice nello Stato e che era quanto essi volonterosa di sopprimere ogni franchigia, anche che ciò fosse con manifesto danno della indipendenza della Repubblica. Questo accordo tra i dominatori stranieri e la nobiltà, cominciato sotto i Visconti, si mantenne poi invariabile eoo le alternale signorie dei Francesi e degli Sforza, fino ai tempi di cui discorriamo perchè fondato sopra la ferma base della più radicale delle tendenze umane, la vanità, e la più cieca delle passioni, F ambizione. Con questo mero, la nobiltà avea riacquistato io parte il potere ed ottenuta la metà dei pubblici uffici. È vero che con ciò i nobili non avean ricuperata la fiducia e la stima della nasone fondamento della loro potenza nei tempi andati» all' incontro F odio ed il dispregio popolare era andato crescendo in proporzione del loro rialzamento ; ma essi, purché avessero la cosa desiderata, non si pigliavano gran fatto pensiero dei favori cittadini» ed anzi, tanto più si attaccavano agli estranei, quanto più si sentivano privi di sostegno al di dentro.
Ma questa sicurezza stessa di avere un appoggio al di fuori avea contribuito ad accrescere la loro insolenza: costretti a stare taciti ed iaerti per tanto tempo, troppa bile avevano accumulata e troppo offese il loro amor proprio avea ricevuto, perchè ora che la fortuna gli si mostrava più propizia si sapessero contenere. Gli Sforza ed i Visconti, nonostante, avean raffrenala questa traboccante burbanza della aristocrazia, perchè sendo principi italiani e circondati di liberi reggimenti, comprendevano meglio quanto importasse il non urtare dì fronte le costituzioni municipali e le susoeltibilità liberali dei loro nuovi soggetti; ma i re francesi ed i loro gevernatoli, cresciuti in un -paese dove la nobiltà era tntto e la plebe nulla, erano nata-ralmenle propensi a sostenere la prima, e riguardavano i reclami dei popolani come stolide pretenzioni di tumultuanti vassalli.
Le animosità di cui abbiamo discorso, ora che il temuto imperio diLuigi XII avea fatte tacere le fazioni Adorna e Fregosa, e per ciò distratti
pgli animi da questo pensiero, si rivelavano in ogni atto pubblico di attribuzione dei magistrati municipali.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (522/637)
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Stato Repubblica Visconti Francesi Sforza Sforza Visconti Adorna Fregosa OOQie
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