Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      potestà illimitati poteri di azione in simili circostanze, e fu avvisato di ciò che succedeva il luogotenente regio, Filippo Roccabertino, il qnale si trovava allora ai bagni d' Acqui.
      Nel medesimo tempo si discusse in senato se si dovesse dare avviso al re del tumulto successo : ma coloro dei padri che appartenevano alla nobiltà, avendo combattuta la proposta, ciò diè nuova ragione all'altra metà dei senatori, ed a tutti i cittadini popolani, di esclamare contro gli oppositori e di accusarli di favorire più gl'interessi della loro classe che quelli della patria. Erano le cose in questa condizione, quando un altro fatto consimile al primo venne ad aggiungere esca al fuoco.
      Un contadino polceveresco, ricusando di vendere dei funghi a Bartolom-
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      meo Fieschi, il quale non voleva pagarli al prezzo richiesto, ed avendo risposto più liberamente di quello che la superbia del patrizio potesse comportare , fu malconcio da un pugno tiratogli dall' indispettito compratore. Pigliava le ragioni del percosso un Giglione beccaio suo compaesano : altri plebei vi si aggiungevano, mentre alcuni dei Fieschi accorrevano a sostenere il loro parente, e tratte da una parte e dall' altra, le armi, sarebbe stato versato del sangue* se i Fieschi non avessero preso il partito di ritirarsi. 11 Roccabertino, che era ritornato da Acqni, per mostrarsi imparziale e mettere un piede su quelle prime scintille, cacciava in bando Bartolommeo ed il Giglione. Adunati a consiglio presso di se sessanta principali cittadini fra nobili e popolani, si doleva che i loro odii fossero cagione dei presenti disordini. Badassero bene a quello che facevano; non stancassero la longanimità del re, il quale benché d' animo benevolo e mansueto, non era però per tollerare che alcun oltraggio fosse fatto alla propria maestà.
      Coloro fra i popolani che erano intervenuti a questa radunanza, in luogo di una predica, si attendevano invece che il Roccabertino fosse finalmente disposto a conceder loro i due terzi degli uffici, né pertanto dopo quel rabbuffo ebbero il coraggio di fare la proposta. Il resto del popolo poi e quelli della plebe principalmente,.la quale mescolatasi in questi moti ad instigazione dei popolani, finì poi. come succede, col farsene dominatrice, si diero a gridare, di esser solo pasciuti di parole, ed a percorrere in gran numero le strade della città, avendo alla loro testa Battista Giustiniano e lo stesso Mannello Canale. Giungevano in piazza d' Oria ove stavano rao colti molti di questa casata, i quali moteggiando coloro che si avanzavano,
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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