Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      512 stori aAi popolani, avendo essi ottenuto tutto ciò che desideravano, pareva di toccare il cielo col dito, nè dal loro canto erano più disposti ad alcun movimento; ma alla plebe che aveva le armi in mano e che si accorgeva che tutte queste concessioni erano state fatte non in grazia dei popolani, ma a cagione del timore che essa aveva incusso, non andava a genio il fermarsi cosi presto. Desideravano di porre totalmente in fondo la nobiltà, e principalmente di rovesciare la potenza dell' antesignano di essa Lnigi Fieschi. Vedendo però che i popolani non si sentivano di seguitarli in questa strada,
      risolverono di meltervisi soli, e di crearsi dei capi, i quali sorti dalla ri-
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      voluzione avrebbero avuto tutto l'interesse a sostenerla. Pertanto quegli della plebe minuta radunatisi in gran numero nella chiesa di S. Maria di Castello, elessero a quest'oggetto otto della loro classe e gli acclamarono tribuni della plebe. Eccetto quella indefinita di difendere i diritti del popolo, non avevano i tribuni alcuna attribuzione particolare; onde essi se le pigliavano tutte. Si mescolavano nei giudizi criminali, negli affari di competenza degli Anziani, in quelli stessi del governatore regio: erano seguitati sempre a modo di guardia da una numerosa banda di artigiani, i quali dal loro modo di vestire, consistente in brache e cappa di tela, furono detti Coppétte.
      Sostenuti dalle Coppette i tribuni la facevano da padroni; e guai a chi gli avesse toccati t Una fra le prime ardite imprese del magistrato popolare era di cacciare totalmente il Fieschi dalla riviera di levante, la quale egli occupava con le sue genti in qualità di Vicario Regio. Duemila cinquecento uomini in gran parte Polceveraschi si inviavano a questa spedizione. Sloggiarono primieramente il Fieschi da Quarto, poi da Rapallo ove si era rifugiato: di mano in mano la Spezia e tatti i luoghi più importanti della riviera di levante vennero in mano della plebe.
      Fino ad ora le Coppette, quantunque avessero poco rispettata, nonostante non avevano offesa direttamente 1' autorità regia, ma in questo caso il cacciare dalla sua giurisdizione un governatore del Re, imperocché il Fieschi fosse tale sulla riviera di levante, era un fatto assai grave. I nobili genovesi rifugiati alla corte di Francia, ne profittarono per accagionare 1' aristocrazia popolare di questi trascorsi, e per accusarla di segrete pratiche onde porre la Repubblica sotto la protezione di qualche altro priocipe. Nonostante, Niccolò (Merico ambasciatore dei popolani alla corte, ristabilì le cose nel suo
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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