Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
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vero aspetto : rappresentò i cittadini ricchi di niuna cosa esser più desiderosi che della tranquillità sotto il governo regio, e sollecitò la sanzione al nuovo riparlimelo degli ulTicii, non ancora stata approvata dal re. L'insinuazione messa fuori dalla nobiltà, di alcune pratiche che si facevano in Genova onde sottrarre la Repubblica alla autorità regia, produsse un effetto contrario a quello che gli ottimati si erano proposti. Imperocché Luigi XII temendo laminaccia e volendo smorzare questo incendio finché v'era tempo, consenti
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finalmente a quel che avea fatto il Roccabertino, purché a Gian Luigi Fieschi fossero restituiti i luoghi tolti. L'incarico di fare eseguire a Genova questo decreto era affidato a Michele Riccio Napoletano dottore in legge.
Gli ottimati popolari vedendo sanzionate dalla approvazione regia le riforme che essi aveano introdotto nella costituzione, sarebbero stati al colmo della contentezza se la plebe non avesse ancora seguitato a rimescolarsi e bollire. Come suole accadere in simili casi la schiuma era venuta a galla: uomini facinorosi e. turbolenti profittavano delle presenti commozioni per fare a nome dell' utilità pubblica d'ogni erba un fascio. V* erano in quel momento nella città quasi tre governi ciascun, dei quali avrebbe volentieri tirato l'acqua al suo molino, e che in ciò si adoperava. Il governatore, il quale avendo le braccia legate si teneva in disparte crucciato ed aspettava che la tempesta si fosse calmata per ripigliare il timone della nave ; gli anziani, che essendo i creati dei popolani, cercavano ora di riavvicinarsi al governatore; infine i tribuni della plebe, quelli che allora avevano veramente in mano 1' autorità ed il modo di farla rispettare.
Più che a tutti dispiaceva questo prolungarsi delle agitazioni ai popolari, perchè temevano che l'ira del re, o l'intemperanza della plebe gli avessero finalmente a tórre di mano quel potere che si erano procacciati con tanta industria. Per raffrenare i più riottosi, aveano fatto venire di Toscana quel-l'istesso capitano Tarlatino che avea difesa Pisa con tanto valore, e che allora, avendo i Fiorentini sospese le ostilità, era disoccupato. Il Tarlatino con le genti che erano state messe a sua disposizione riuscì a purgare la città dai più facinorosi; ma propenso a favorire le ragioni della plebe, e conoscendo i tribuni onnipotenti, si accostò ad essi. Sospinti dalla plebe, determinarono allora i tribuni di porre il Tarlatino a capo d'una spedizione che la moltitudine intendeva di fare nella riviera di ponente, onde ritorre Monaco ai Grimaldi, che vi avean fondato un nido di pirati dannosissimo al
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (535/637)
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