Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
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526 STORIAtini, i soccorsi dod poterono passare, e finalmente i nemici di questa generosa repubblica avendo compralo con lo sborso di centocinquantamila ducali il consenso di due re, l'uno cristianissimo, l'altro cattolico, riuscirono a domare dopo quasi quindici anni di guerra la loro rivale.
Nemmeno alla Repubblica di Venezia la fortuna della guerra era propizia. Dopo una sconfìtta parziale toccata dall' Alviano di lei generale a Vailate nella ghiara d' Adda, nella qual battaglia Gian Luigi Fieschi combattè nelle file francesi alla testa di dodicimila uomini d' arme e ventiquattro arcieri assoldati da lui, assalila contemporaneamente da Massimiliano, dal papa, da Mantova e da Ferrara, dovè solamente la propria salvezza all'eroico valore con cui la sua gioventù patrizia difese Padova contro l'esercito imperiate. Ma Giulio II che non amava i Francesi, e che solo per ragione politica e per ricuperare le Città occupategli dai Veneziani in Romagna si era accostato a Luigi, poiché vide quelli umiliati, e cresciuta la burbanza del re, al quale oltre molte altre ragioni di avversione non aveva mai potuto perdonare il dispregio delle sue preghiere nel severo trattamento esercitato contro i suoi compatrioti i Genovesi, rompeva i patti della lega di Cambrai e si accostava a Venezia. Per liberarsi più facilmente dai Francesi, colai che non ha guari si era unito ad essi per esterminare l'unico stato italiano capace di resistere agli stranieri, si costituiva ora il campione dell' Italia e mandava primo e forse ultimo fra i pontefici il grido di fuori i barbari. Conforme era solito fare in tutte le imprese che si proponeva, gittavasi Giulio II animosamente in questa nuova politica. Erano le sue intenzioni di restituire agli Sforza il ducato di Milano, e cacciare dalla Liguria sua patria i Francesi, restituendo nell' istesso tempo a Genova la sua libertà. A questo oggetto avea posti gli occhi addosso ai Fregosi slimandoli per la potente fazione di cui erano a capo, e per la parentela e stretta amicizia che lo legava ad essi, i più acconci a condurre a buon termine questa spedizione.
Pertanto, essendosi trovato d' accordo con i Veneziani, fu stabilito ; che mentre Marco Antonio Colonna radunerebbe sul territorio di Lucca cento uomini d' arme e settecento fanti, Giano Fregoso, allora al servizio dei Veneziani, ed Ottaviano Fregoso, figlio dell' ex governatore Agostino, giovane energico ed intraprendente a cui il papa avea per maggiore stimolo promesso il dogato, si porterebbero in qualche punto della riviera di Levante ove farebbero la massa dei fuorusciti e dei loro aderenti.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (548/637)
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