Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

Pagina (551/637)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      DI GENOVA
      529
      Riaocoio della Rocca, che era subentrato a Gian Paolo di Leca nelle parti di agitatore dell' isola, ritornava con più vigore ad attaccare il commissario di S. Giorgio Niccolò Doria. Questi oppose al fiero isolano un suo nipote giovinetto, Andrea Doria, il quale, con quella virtù e quei talenti che poscia si ammirarono nel grande capitano, ridusse il Delia-Rocca agli estremi. La morte di Rinuccio, rimasto ucciso in una imboscata, pose fine a questa guerra.
      intanto Giulio H il quale tanto più si ostinava nei suoi progetti, quanto maggiori erano gli ostacoli che gli occorrevano, perseverava nel proposito di cacciare i Francesi d'Italia, e si adoperava a tirare dalla sua parte Enrico Vili d'Inghilterra, Massimiliano d' Austria, gli Svizzeri e Ferdinando di Spagna. Luigi XII, dal canto suo, dopo avere invano tentato ogni via per rappattumarsi col papa, procacciava di aggiuagére alle armi temporali quelle spirituali, ed intimava un concilio a Pisa, onde reprimere e forse deporre il pontefice. I Genovesi aveano avuto ordine anche essi di mandare i ve* scovi di Corsica ed i loro prelati a Pisa ; ma aborrendo dall' incorrere nelle censure ecclesiastiche, spedirono un' ambasceria al re, richiedendo di esser dispensati dal concilio e nell' istesso tempo la revoca del vicario regio Ro-ohechuart, la di cui odiosa condotta lo aveva reso oggetto della pubblica avversione. Il re, essendo egli slesso oscillante in queste pratiche del concilio, acconsenti alla prima domanda dei Genovesi ; in quanto alla seconda, si limitò a citare il governatore a render ragione davanti a lui delle accuse che gli erano apposte.
      Le sorti di Genova non dipendevano nonostante da ciò che accadeva in Liguria, ma sibbene dagli avvenimenti di Lombardia e di Romagna. I maneggi di Giulio II aveano prodotto il loro effetto : un esercito spagnuolo sotto il comando di Raimondo di Cardona, si era unito in Romagna alle gentipontificie; il 7 di febbraio 1512 le truppe veneziane ricuperavano Brescia:
      *
      le cose dei Francesi in Lombardia erano minacciate d'estrema rovina. I talenti e la feroce bravura d'un loro generale le salvava per un momento. Morto lo Chaumont, Gastone di Foix, duca di Nemours, giovine di ventitre anni ed intraprendente, era stato posto alla testa degli eserciti regii in Lombardia. Questi, con una rapidità di cui non si aveva alcun esempio nella tattica di quei tempi, costringeva Raimondo di Cardona a levar l'assedio a Bologna, ricuperava con feroce impeto Brescia e l'abbandonava al saccheggio dopo aver rollo per via le genti veneziane; finalmente a Ravenna sconfiggeva
     
      GoogI e


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

Pagina (551/637)






Rocca Gian Paolo Leca S. Giorgio Niccolò Doria Andrea Doria Delia-Rocca Rinuccio Giulio H Francesi Italia Enrico Vili Inghilterra Massimiliano Austria Svizzeri Ferdinando Spagna Pisa Genovesi Corsica Pisa Ro-ohechuart Genovesi Genova Liguria Lombardia Romagna Giulio II Raimondo Cardona Romagna Brescia Francesi Lombardia Chaumont Gastone Foix Nemours Lombardia Raimondo Cardona Bologna Brescia Ravenna Rocca Luigi XII