Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      Il Fregoso mandò subito ambasciatori al papa ad annunciare il prospero successo: recavano essi nell' istesso tempo dodicimila scudi cbe dovean servire in parte a pagare gli Svizzeri cagione prima di questi subiti trionfi di Giulio. A molti cittadini parve duro cbe anche questo nuovo ordine di cose si dovesse inaugurare con alleggerire loro le borse; ma non avean essi pagato senza lagnarsi cinque anni avanti dogentomila scudi di contribuzione al re, che se n'era servito per imporre loro quella inespugnabile fortezza della Briglia? Giulio II fece le feste grandi per questi avvenimenti; e per facilitare la presa delle fortezze, senza le quali la condizione della citlà restava effimera e pericolosa, mandò tosto sei bombarde, ed ottenne che i Veneziani ed il re di Spagna cooperassero a questa impresa, gli uni, con tre, F altro» con sei galere che furono spedite da Napoli.
      Poichò Giano fu sbarazzato dalle prime cure più necessarie, si accinse energicamente alla ricuperazione delle fortezze. 11 Castelletto, come quello cbe presentava minori ostacoli ed era più nel cuore della città, fu attaccato il primo. Dopo otto giorni di batteri» il comandante francese faceva parola di rendersi, a patto cbe gli fossero pagati dodicimila scudi d'oro e data facoltà ad esso e alla guarnigione di uscire con tutti gli onori della guerra.
      Ricuperato Castelletto, rimaneva la Briglia, impresa molto più difficile della precedente. Imperocché, essendo questa fortezza sopra un piccolo promontorio scoglioso prominente nel mare, nè vi era speranza di poterla pigliare d'assalto, nè con F artiglieria vi si poteva cagionare graudi danni. Essendosi conosciuta la necessità di ridurre la guarnigione con la fame , fu dato ordine a Niccolò Doria, quello stesso che avea combattuto in Corsica con tanto successo, di bloccare il promontorio, con cinque navi, un galeone e due brigantini.
      Lnigi XII essendo divenuto nuovamente alleato dei Veneziani, e avendo meno a temere del carattere più rimesso del cardinale Giovanni de Medici, elevato dopo la morte di Giulio li, alla sedia pontificale sotto il nome di Leone X, si apparecchiava a mandare un esercito in Italia sotto gli ordini del la Tremouille e del Trivulzio, onde torre il ducato di Milano a Massimiliano Sforza. Pertanto, per non perdere totalmente Genova, fatta armare una grossa nave in Normandia, la spediva carica di viveri nel Mediterraneo onde procacciasse di vettovagliare F assediata fortezza. La nave giungeva il primo Marzo 1513 in vista del porto; innalzava bandiera Genovese, e na-
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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