Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      in Lombardia, e confidandosi nei soccorsi del papa, sperava Giano di poter far fronte ai snoi nemici, qnando nna imprudente vendetta lo tovìdò inopinatamente.
      Essendo morto Gian Luigi Fieschi, la potenza e le ricchezze di lui erano slate ereditate dai suoi quattro figli, Girolamo, Oltobuono, Scipione e Sini-baldo. Gli ultimi tre si erano di buona voglia sottomessi al governo di Giano; solo il primo, memore dell' antica influenza di suo padre sotto i Francesi, odiava i Fregosi, e si credeva che tenesse segrete pratiche per rovesciarli. Ora, uscendo un giorno Girolamo di senato dove avea fieramente disputato con Jacopo Lomellino e col Fregosino, fratello di Giano che^vea sostenuto le parti di Jacopo, venne assalito e tagliato a pezzi, a cagione dell' odio antico e della nuova querela, dal Fregosino stesso e da suo fratello Lodovico. Sinibaldo ed Ottobuono Fieschi che, intervenuti anch'essi in senato, si erano avviati avanti, udito il frastuono ed il doloroso caso, tentarono di sollevare sul fatto la città, gridando il nome degli Adorno; e poiché non facevano frutto, ne uscirono fuori, ed ardenti di vendetta, corsero nei loro feudi a far gente.
      Il giorno seguente, 24 maggio 1512, Antoniotto e Girolamo Adorno, i quali sulla espettativa della flotta regia, per operar di concerto con essa, stavano raccogliendo genti in Polcevera, udito il nuovo caso, accorsero con più che tremila uomini solto la città. Quasi nell' istesso tempo si facevano vedere dal lato di Bisagno i fratelli Fieschi con le loro bande, e la squadra regia armata a Villafranca compariva davanti al porto. Questo fatale concorso di forze nemiche, e 1' avversione suscitatasi contro essi dall' assassinio di Girolamo Fieschi, sgomentò i Fregosi. Nonostante, voile Giano esperimentare avanti di cedere la fortuna delle armi, ed uscito fuori attaccò gli Adorni che si studiavano di vettovagliare la Briglia. Dopo un accanito combattimento, essendo state rotte le genti dei Fregosi, e Giano forzato a ritornare, quasi fuggendo in città, sopravvenuta la notte, s'imbarcò insieme con Fregosino sopra un legnelto che teneva sempre preparato ad ogni caso, andò a raggiungere la squadra di Niccolò Doria che i Francesi non aveano ancora osato di attaccare, e con essa navigò alla Spezia.
      Entrarono il giorno dopo in città da due lati i Fieschi e gli Adorni, ed inaugurarono il loro trionfo con una sanguinosa rappresaglia. Imperocché, essendo stato consegnalo nelle mani dei Fieschi da un villano presso cui
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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