Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA 541
Cessate le agitazioni politiche, i cittadini potevano con maggior quiete attendere a tutte quelle occupazioni commerciali da cui ripeteva la Repubblica la sua passata grandezza. Senonché nuovi incagli tribolavano da qualche anno il libero esercizio della mercatura. I barbari abitatori delle coste di Affrica, da tanto tempo domati dalle vittoriose squadre di Pisa, di Venezia e di Genova, non aveano più osato esercitare le loro rapine sulle coste italiane del Mediterraneo; ma poiché Pisa fu spenta, Venezia occupata nelle guerre di terraferma o in quelle contro i Turchi, e Genova distratta dalle lunghe agitazioni e .indebolita dall' assottigliarsi del suo commercio e dall'incessante rinnovellarsi dei dominii stranieri, gli Affricam aveano ripreso ardire a proporzione che vedevano impunite le loro piraterie, ed avevano di nuovo fatto teatro delle loro depredazioni l'Ionio, il Tirreno ed il mar Ligustico.
Per porre un argine a queste scorrerie, le quali minacciavano di distruggere affatto il commercio, fu risoluto in Genova di armare una flotta, e si ottenne nel medesimo tempo di far concorrere a questa impresa Francesco I e papa Leone X. Il più formidabile nemico designato ad essere attaccato il primo, era un certo Categoli corsale, che con venti vele scorreva il Mediterraneo, ed aveva non ha guari trasportati in Biserta, città vicina all' antica Utica, diciolto carichi di grano genovesi predati nel mare di Sicilia.
Poiché (1516) tutti i contingenti furono arrivati, l'armata, forte di tre galeoni, alquanti brigantini, diciannove galere, delle quali undici genovesi, il resto francesi, e due del papa, fece vela verso V Affrica. I principali capitani della flotta erano Andrea Doria che avea avuto il comando di due galere dello stato, il Prejean ammiraglio della squadra francese, e Federigo Fregoso arcivescovo di Palermo generalissimo di tutta la flotta e legato del papa sotto gli auspici e la bandiera del quale si faceva la spedizione.
Giunta sulle Coste d' Africa ed appresentatasi inopinatamente davanti a Biserta, la flotta entrò senza alcuno ostacolo nel fiume che scorre sotto la Città, dove avendo trovata la squadra del Categoli disarmata se ne impadronì e liberò tutti gli schiavi cristiani che vi erano al remo. Non potendo far uscire le navi predate dal fiume a cagione del vento contrario, i collegati misero le genti a terra con l'intenzione di attaccare Biserta, ma essendosi i soldati sparsi per la campagna a predare, fu perduto tanto tempo, che
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (565/637)
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