Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
502 STORI VAveva il comando delle galere pontificie, in numero d'otto, Andrea Doria, al qnale il re avea permesso di segoitare i nuovi impegni contratti con Clemente VII. Stava il Doria a Civitavecchia, dove la squadra veneziana, sotto gli ordini del provveditore Armerò, lo andava a raggiungere. Veleggiarono di conserva le due squadre, forti di ventuna vela, fino a Livorno, dove attesero 1' arrivo della flotta francese, che si fece per lungo tempo aspettare, nell' istesso modo che il duca d' Urbino, generale della Lega in Lombardia, aspettava l'esercito di terra stato promesso da Francesco I. Finalmente sotto gli ordini di Pietro Navarro, al quale era destinato il comando generale di tutta la flotta, usciva la squadra francese con sedici galere, quattro galeoni ed altrettanti brigantini, da Marsiglia.
Giunto nella riviera di ponente, il Navarro sbarcò le genti a Vado, e presentatosi davanti a Savona, la occupò senza difficoltà, essendo quei cittadini stati sempre mal disposti contro i Genovesi, da cui non volevano dipendere, ed allora più che mai. Dopo aver posto presidio in Savona, l'ammiraglio di Francia navigò direttamente a Livorno, onde spiccatesi le tre squadre congiunte, si indirizzarono alla riviera di Levante che occuparono tutta, fortificandosi specialmente in Portofino. Le incombenze assegnate alla flotta confederata in questa guerra, erano di bloccare strettamente il porto di Genova, in modo da arrestare il commercio, ed impedire i viveri, onde costringere i cittadini a mutar governo, se non volevano essere rifiniti dalla miseria e dalla fame; in secondo luogo, impedire lo sbarco delle fanterie spagnuole, le quali, sopra ventisei navi, che allora si stavano equipaggiando a Cartagena, Carlo di Lanoia era incaricato di portare in Lombardia in soccorso del duca di Borbone e di Antonio di Leiva.
Per poter guardare più facilmente amendue le riviere, ed arrivare allo scopo che si erano proposti, il 29 agosto 1526, le navi alleate si divisero in due squadre. 11 Navarro con le francesi andò a Savona ; il Doria e l'Armerò rimasero a Portofino. Alcune navi, tanto d'una squadra, che dell'altra, furono destinate ad incrociare continuamente davanti al porto di Genova, per impedire il commercio e le vettovaglie, mentre lungo tutta la costa da Savona a Portofino, i legni più sottili, tenendosi al largo, spiavano continuamente l'approssimarsi della flotta spagnubla. L'attività di queste manofre avea per principale effetto di assottigliare i viveri alla città, la quale, approvvigionandosi in gran parte per il lato di mare, avrebbe sofferto difettoL^ooQie
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (586/637)
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