Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

Pagina (594/637)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      570 - STORIArisposta negativa. Nonostante, confidando nella flotta del Doria e nel valore dei suoi soldati, benché pochi, non si perse d'animo, ed occupato il monastero di S. Benigno si alloggiò col grosso dei suoi alle falde di capo di Faro sull' orlo del sobborgo di Sampierdarena. Saputo lo soarso numero dei suoi avversarli non dubitava Antoniotto di poterli sloggiare facilmente, e distruggere quel pugno di soldati. Perciò tacitamente faceva uscire le sie genti sotto il comando di Antonio Spinola, Sinibaldo Fieschi e un capitano Martinengo Bresciano. Sorpresero le truppe ducali S. Benigno, e fattane prigioniera la piccola guarnigione lasciatavi dal Fregoso, valicarono l'erta del capo di Faro ed andarono diffilati ad attaccare Cesare.
      Questi, poiché a cagione della scarsità del numero non poteva far fronte in campo aperto, presentendo la venuta dei nemici. si tirò indietro, e andò a postarsi co'suoi in un sito vantaggioso tra due navi in costruzione solla spiaggia le qnali potevano agevolmente far le veci di trincero. Di là assaltava Cesare i nemici che da due bande si avanzavano disordinati e confidenti della vittoria. Dopo breve combattere la vittoria sì dichiarava pel Fregoso. Soffrivano i soldati ducali una sconfitta completa. I capitani Spinola e Martinengo rimasero prigioni. Non mancò il vincitore di profittare della vittoria, e procedendo alacremente disfece con la medesima fortuna una banda di Spagnuoli che gli si fecero incontro. Allora i cittadini atterriti si risolverono ad aprire le porte a Cesare : Antoniotto Adorno si ritrasse a mala pena in Castello: entrarono le genti del Fregoso ordinate e senza abbandonarsi a disordini in Genova.
      Fu lodata in qnesta circostanza la temperanza del vincitore; ninna casa, eccetto il palazzo pubblico, fu saccheggiata: cosa rimarchevole, in tempi in cui i soldati erano stati abituati a trattare a discrezione le vinte ciltà. Entrava poco dopo nel porto con la flotta Andrea Doria, e ristrettosi con Cesare, convennero insieme di assaltare Castelletto e di obbligare con la forza l'Adorno ad uscirne per torre via questo seme di discordie. Ma Antoniotto, non potendo ornai più confidare né nelle armi perchè non gliene erano rimaste, nè nella opinione, che l'aveva abbandonato, fece di necessità virtù, e, resa la fortezza, andò a Milano presso Antonio di Leiva ove di li a poco morì. Avrebbe volontieri Cesare occupato il governo tenuto tante volte dai suoi maggiori e con tanta gloria amministrato da Ottaviano, ma essendo Sinibaldo Fieschi capo di questa potentissima famiglia contrarissimo a ciò,
     
      GoogI e


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

Pagina (594/637)






Doria S. Benigno Faro Sampierdarena Antoniotto Antonio Spinola Sinibaldo Fieschi Martinengo Bresciano S. Benigno Fregoso Faro Cesare Cesare Fregoso Spinola Martinengo Spagnuoli Cesare Antoniotto Adorno Castello Fregoso Genova Andrea Doria Cesare Castelletto Adorno Antoniotto Milano Antonio Leiva Cesare Ottaviano Sinibaldo Fieschi