Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
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-dei nemici, era deciso di venire il più presto passibile all'arrembaggio, onde contrabbilanciare, con la superiorità numerica ed il valore manesco dei combattenti, la maggiore valentia navale degli equipaggi genovesi di Filippino. Ma il Doria che non era tanto sprovvisto quanto supponevamo Spagnuolo, ed appena saputi i disegni dei nemici si era fatti mandare dal Laotroc trecento archibusieri, non diè tempo al Moncada di effettuare i suoi disegni, perchè, appena ebbe a tiro le navi nemiche, sparate le artiglierie, si.avvolse nel fumo, e coprendo cosi le sue manovre, impedi ohe i legni avversari gli si avvicinassero. Cosi a giusta distanza si ingaggiò la battaglia.
Traevano le navi genovesi con mirabile precisione: un solo colpo del cannone di corsia della galera di Filippino abbatteva sul ponte quaranta soldati spagnuoli dell'ammiraglia nemica con la quale si era affrontato ; imperocché i soldati del Moncada , non usi alle pugne marittime, stavano dritti sul cassero, nè avevano come i Genovesi l'artifìcio di star chini diedro lo schermo delle pavesate. Nonostante a lungo andare le quattro navi di Filippino qqd avrebbero potuto far testa al soverchiarne numero delle nemiche. Quando ecco sopraggiungere portate dalla voga del vento a golfo lanciato le jtre navi del Lomellino. Picchiarono con impeto nella squadra spagnuola e la sgominarono : la galera del viceré don Ugo di Moncada ne fu sconquassata, e l'albero di maestra si ruppe. Il Moncada stesso, esposto ad una> grandine di proiettili che pioveva dalle gabbie delle navi gjenovesi, prima fu ferito ( in un braccio, poscia, ancora combattente ed incoraggiante i soldati, finito da molte ferite. Di lì a poco la sua nave avariata in molti luoghi dal cezzoricevuto sprofondava. Andava a picco nell'istesso modo quella del gobbo Ghj-
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stimano, il più abile capitano che avesse la squadra spagnuola, e che;invano avea tentato di dissuadere il viceré da quella temeraria intrapresa. Filippino Doria appena avea veduto la fortuna voltarglisi in favore, con arrisicata risoluzione avea disciolti gli schiavi barbareschi condannati al remo sulle sue galere, e fidando nell'odio mortale che gli animava contro gli Spagnuoli, gli armava di sciabole per condurli all'arrembaggi ohe $ra cercava con quell'ardore con cui prima lo avea schivata PreoipitaronsiGenovesi ed Affricati ferocemente su i punti delle navi che ancora si difendeva*» e misero a pezzi i resistenti. Due galere erano colate a fondo ; quelle del marchese del Guasto e di Ascanio Colonna bruciavano; la vittoria era completa. Tutti gli altri legni minori furono presi: di due galere spagnuole
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (600/637)
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